Sul lago Inle quasi tutto si fa sull’acqua. Di conseguenza, la barca è il mezzo cruciale per muoversi all’interno di esso e viene utilizzata per le masioni più disparate: coltivare i campi (galleggianti), scambiare merci, trasportare cose e persone, pescare. Senza di essa la vita sarebbe impossibile. E’ quindi necessario, quasi imprescindibile, saperla governare a puntino. Questa abilità si impara prestissimo, praticamente dall’adolescenza.
Durate i nostri frequenti attraversamenti del lago non ho potuto fare a meno di notare la grande abilità degli autoctoni nel condurre le loro tipiche imbarcazioni. Che sono tutte simili, naturalmente, con qualche differeza a seconda dell’uso, del censo di chi la possiede, dell’età. Le più diffuse, com’è naturale, sono quelle molto semplici, piccole, caratterizzate da un fondo piatto e da estremità rialzate, specie la poppa. Sembrano essere le “utilitarie” del lago e sono spesso condotte da donne anche molto anziane o da bambini. Il che non significa che siano facili da governare.
La loro caratteristica fondamentale è che per assicurare un minimo di equilibrio bisogna posizionare il peso maggiore a poppa. Da qui, come si vede dalla foto, sembra essere più facile condurre la barca, a prescindere da quanto sia lunga o larga. I bordi bassi e spianati, peraltro, se da un lato rendono più comoda la seduta, dall’altro risultano pericolosamente prossimi al pelo dell’acqua. Ciò significa che l’imbarcazione imbarca acqua piuttosto frequentemente. E implica, di conseguenza, che qualcuno, all’interno di essa, debba ogni tanto mettere mano ad un secchiello o a una bottiglia di plastica tagliata a metà, per raccoglierla dal fondo e rigettarla fuori.
La costruzione di questi piccoli miracoli dell’ingegno umano avviene in cantieri appositi. Ne ho visitato uno e la persona che ci ha fatto da guida ci illustrava il suo lavoro con compiacimento e orgoglio. D’altronde, si tratta di una attività che ancora oggi, malgrado tutto, continua a rendere. Le imbarcazioni più grandi, destinate al trasporto di molte persone, rispettano maggiormente i canoni standard. Queste barche infatti mostrano una prua ad angolo, più simile a quelle delle nostre barche, e una poppa tagliata, destinata quindi ad ospitare un motore. Ma la maggior parte sono del tipo tradizionale, con fondo piatto ed estremità allargate e molto rialzate.
Sono le più diffuse, è vero, ma anche le più efficienti? Perché gli abitanti del lago Inle continuano ad usare questo tipo di imbarcazioni invece di passare, come si fa ormai in qualsiasi altra parte del mondo, a modelli più recenti? La prima ragione è di natura puramente economica: una barca moderna, in vetroresina, in Myanmar costa un patrimonio, pochissimi se la possono permettere. La seconda ragione, forse più coerente, risiede nella tipologia di attività che si svolgono sulla barca: pescare, coltivare campi galleggianti, navigare su tappeti di giacinti d’acqua, forse non è così agevole su una barca moderna, che possiede un motore e una chiglia profonda.
Ma forse c’è un’altra ragione, più sottile e più importante di tutte. Vivere in barca sul lago Inle, come fanno i suoi abitanti, sarebbe impossibile senza continuare ad utilizzare questo tipo di imbarcazioni. Tutti sanno come condurle, dove disporsi, dove ormeggiarle, come remare, ecc.. Al suo interno gli spazi sono esattamente quelli necessari alle proprie esigenze, non un centimetro in più o in meno. Si sa dove collocare i bambini quando si accompagnano a scuola; oppure dove accatastare le merci quando si va al mercato; o come sistemarsi quando si va a pescare. O anche come mangiarci e dormirci dentro, all’occorrenza…
La stessa forma di questa barca, inoltre, favorisce la socialità: non è raro vedere le persone che dialogano amabilmente tra di loro tenendo le rispettive imbarcazioni affiancate. Il basso pescaggio, infine, rende più agevole il passaggio dall’una all’altra. Attività molto diffusa, soprattutto al mercato, quando i mezzi sono centinaia e devono “parcheggiarsi” obbligatoriamente uno appresso all’altro.
E quindi, perché abbandonare un mezzo che è stato usato da tuo padre, da tuo nonno e da tutti i tuoi antenati, e che funziona ancora benissimo?