La tappa di Kalow, in un viaggio in Myanmar che si rispetti, serve a ritemprare forze e spirito in vista della lunga traversata di ritorno al sud. Ma è anche il pretesto per fermarsi un attimo in un luogo per certi versi inusuale, almeno a queste latitudini. I paesaggi dell’altopiano, infatti, sono tali da ricordare, a volte in maniera sorprendente, le ondulate colline della Toscana.
E proprio con “Piccola Toscana” gli abitanti del luogo si riferiscono a questo luogo particolare. Ora non so dire chi e quanti di loro abbiamo mai visto davvero la Toscana, in televisione, su un giornale, su internet… E’ più probabile che tale appellativo sia stato coniato dalle agenzie di viaggio, che in tal modo provano a stabilire un legame, quantomeno emotivo, tra i visitatori stranieri e il luogo. Una operazione di marketing, dunque, ideata per rendere interessante un luogo che, per molti versi, non lo sarebbe affatto.
Si tratta comunque di una terra caratterizzata da una diversificazione delle colture più accentuata rispetto al resto del paese. Un susseguirsi di colline dolci e ondulate, tappezzate di coltivazioni che acquistano colori sgargianti sotto i (rari) raggi del sole: il verde smeraldo dei cavolfiori, il rosso ocra della terra appena rivoltata, il giallo del riso, il verde scuro degli aranci (ebbene sì, ci sono anche gli aranci). Mancano solo i cipressi.
Che sia una terra fertile lo testimonia anche il mercato locale di Kalow. Un luogo molto vivace, frequentato da tutte le etnie locali che gravitano intorno alla cittadina, crocevia obbligato di commercio e scambi dell’intera regione. In questo mercato, ogni mattina presto, fiumi di persone abbigliate in costumi tradizionali scendono dai villaggi delle colline e vengono a vendere i loro prodotti. I commercianti più stabili, quelli che probabilmente hanno un alloggio in città, possono contare su sgangherate bancarelle con tettoia. Gli altri, sopratutto i contadini delle colline, si devono accontentare di spazi risicati, ristretti, a volte tenacemente contesi con i concorrenti. La maggior parte di loro non possiede altro che un cesto e una stuoia, che getta per terra per disporre, sopra di essa, i propri (pochi) prodotti.
Fra questi, a Kalow sono molto venduti i peperoncini rossi e verdi e le teste d’aglio; ambedue alla base dell’alimentazione birmana. Le verdure sono ampiamente rappresentate, proprio come nel resto del paese, ma qui raggiungono una varietà sconosciuta altrove. Ci sono piante che si consumano anche da noi, come la lattuga, una specie di cicoria a foglia larga, cavoli e broccoli, lime. Si vende anche un prodotto che in Sicilia è molto apprezzato , ovvero la foglia della pianta della zucchina verde, quella lunga e curva. Da noi si chiama “tenerume” e viene consumato insieme alla pasta, come minestra brodosa, o da sola, saltata in padella. Confesso di essermi sorpreso di averla vista sui banchi del mercato di Kalow quando in Italia, escluse alcune località siciliane, non si vede per niente!