Bali è un luogo da gustarsi lentamente. Come un cocktail. Scordatevi una scappata e via, o un soggiorno unicamente dedicato al mare. Bali merita di più. Io direi che 5 giorni sono il minimo sindacale per apprezzarne bellezze, cucina, tradizioni e vita notturna, perché no.
Ma dove alloggiare? L’ideale, è ovvio, sarebbe dormire i tutti i luoghi in cui ci si ferma. Se non è possibile, per motivi di tempo o logistici, suggerisco di fermarsi a Ubud, il centro culturale e geografico dell’isola. Perché Ubud e non Kuta, che invece è il luogo più celebre di Bali, famosa per le sue spiagge e i divertimenti? Perché Ubud si trova quasi nel centro dell’isola, quindi nel punto strategicamente più adatto per spostarsi nella direzione dei quattro punti cardinali. Inoltre, offre un maggior numero di attrazioni rispetto ad altre destinazioni, in massima parte di carattere culturale, culinario, artistico e religioso, e la sua vita notturna non è neppure così male.
Traffico e smog
L’unico neo di questa vivace cittadina è il traffico. Alla prima uscita pomeridiana, effettuata come al solito per prendere le misure delle distanze e dei luoghi d’interesse più vicini, ci siamo trovati in mezzo ad un via vai pressoché ininterrotto di motorini, auto, van, camioncini, bus e qualsiasi altra cosa utilizzasse un motore a scoppio. La via principale di Ubud, che distava poche decine di metri dal nostro albergo, non era proprio il luogo ideale ove passeggiare tranquillamente. Le auto e – soprattutto – i motorini, sfrecciavano in entrambe le direzioni, anche dove il senso era unico, condotti indifferentemente da locali come da turisti. I marciapiedi sono ridotti a delle strisce di mattoni larghe pochi decimetri, a volte piuttosto malmessi, tanto da costringere a scendere sulla strada per non mettere il piede in fallo. Impossibile, peraltro, camminare uno accanto all’altro. Tutti i turisti si adattano alle ristrette dimensioni passeggiando in ordinata fila indiana, e quando ci si incrocia, è obbligatorio che una delle due parti lasci il passo all’altra.
Negozi e souvenir
Una delle particolarità di Ubud è la diffusa presenza di negozi e botteghe artigiane di livello decisamente superiore rispetto alla media dell’isola. I negozi di semplici chincaglierie e di souvenir non si contano, si trovano dappertutto, ma possiedono tutti una caratteristica peculiare: sono attività commerciali gestite con gusto e raffinatezza, e alcune di esse spiccano per l’estrema eleganza, sia per quanto riguarda gli arredamenti che la disposizione del venduto. Particolarmente famosi sono gli artigiani specializzati nel lavorare il legno e il ferro, le cui creazioni sono straordinariamente pregiate. Non è un caso, infatti, che i mobili in stile balinese siano così famosi nel mondo. I negozi di questo tipo sono specializzati nello smontare, imballare e spedire qualsiasi pezzo – anche un mobile a 8 ante – e fartelo arrivare sano e salvo in casa.
Ristoranti e bar
Altra caratteristica che fa protendere per Ubud è la sua cucina. I ristoranti di questa cittadina sono giustamente i più famosi di Bali. C’è di tutto e di più. Dalla cucina balinese tradizionale, con i suoi piatti tendenti al fusion ma sempre gustosi e aromatici, a quella Indonesiana, venata di influenze musulmane; dai piatti occidentali, mai banali o dozzinali, alla cucina cinese, che anche qui la fa da padrona. Insomma, è impossibile non trovare qualcosa che piace: anche la pizza è migliore che altrove, lo assicuro. Io ho provato un piatto indonesiano diverso per tutte le 5 sere che siamo stati a Ubud. Era una sfida che ho esteso anche a dopo, quando ci siamo diretti a Lombok e poi a Yogyakarta. E devo dire che non sono mai rimasto deluso. Il piatto che mi ha deliziato maggiormente è il Rendang, specialità nazionale indonesiana, è vero, ma cucinata a Bali in modo più originale, per utilizzo di ingredienti e spezie particolari. La mia versione, ordinata in un ristorantino molto chic che esibiva sculture in ferro ritorto dalle fome animali, era a base di gambi di loto e cuori di bambù, affiancati da uno spezzatino di manzo che letteramente si scioglieva in bocca. Il tutto immerso in una salsa rossa di pomodoro e cocco in cui il peperoncino e il chiodo di garofano si fondevano armoniosamente uno all’altro. Una bontà assoluta, che consiglio di provare.
Attrazioni turistiche
A parte l’innumerevole quantità di templi e pagode, disseminate un po’ dappertutto, anche dove non te li aspetti, l’attrazione più gettonata di Ubud è la Monkey Forest. Ma di questa esperienza ne parlo più diffusamente in questo post.