L’altra grande attrazione di Anuradhapura è Thuparamaya, in pratica il più antico tempio buddista dello Sri Lanka. Il che è quanto meno sorprendente, almeno ad un primo sguardo poco informato. Questa grande campana bianca e rossa non sembra proprio un edificio costruito nel 250 a. C.. Anzi, la prima impressione è quella di un monumento piuttosto banale, perfino moderno, assolutamente fuori contesto rispetto a tutte le altre attrazioni del parco archeologico.
Eppure si tratta di una impressione del tutto errata. E di tanto! Thuparamaya, malgrado l’aspetto da edificio ricostruito di sana pianta, è davvero antico. Risale al periodo fra lo storico e il mitico dell’introduzione del buddismo nell’isola. E da quell’epoca lontana trae la sua vera funzione, che è quella di un monastero. Il termine Thuparamaya infatti è una somma di due parole: thupa (stupa) e aramaya (monastero). Il luogo, stando alla leggenda, è stato consacrato per custodire gelosamente un piccolo osso non so di quale parte del corpo dell’Illuminato. Donato dal più mitico dei re buddisti indiani, Ashoka, una delle figure più rappresentative di questa religione in tutta l’Asia.
La forma a campana – realizzata in verità con l’ultimo restauro del 1862 – rende l’edificio piuttosto originale, almeno per quanto riguarda il panorama degli stupa cingalesi. Tuttavia Thuparamaya possiede un elemento che lo rende davvero unico: la presenza di innumerevoli stele di pietra poste come colonne intorno ad esso. Tali colonne facevano parte della struttura portante che sosteneva un tetto, presumibilmente a cupola, che copriva l’edificio sacro. Si tratta del “vatadage”, cioè la “casa dello stupa”: una copertura in legno e stuoie eretta allo scopo di proteggere gli edifici che contenevano al loro interno delle reliquie.
I pilastri, a ben vedere, sono disposti più o meno a spirale concentrica e circondano in modo uniforme l’interno complesso. Dei 176 pilastri stimati ne sono ancora visibili più di 30; alcuni conservano capitelli in cima come le corone a forma di loto e superfici lucide. Ai quattro lati dello stupa si aprono altrettante nicchie che contengono statue di Buddha e pitture piuttosto recenti. Non sono molto interessanti, a dire il vero, ma accentrano la maggior parte della devozione di coloro i quali, i fedeli, vengono qui per donare qualche offerta. Sembra anzi che il Thuparamaya sia il complesso religioso più amato dai cingalesi, almeno a giudicare dalla folla che lo visita ogni giorno.