Cominciamo col dire che non è possibile definire un itinerario perfetto per la Thailandia. I luoghi da vedere sono così numerosi che ogni combinazione di giorni/tappe di viaggio si prenda in considerazione rischia di essere riduttiva. Una vacanza in Thailandia, per essere davvero esaustiva, dovrebbe svolgersi in più anni consecutivi, attraverso cioè più di un viaggio; ogni visita dovrebbe privilegiare un’area del paese, focalizzando attenzioni e risorse su di essa, lasciando al prossimo viaggio il compito di una nuova esplorazione.
Consapevole di ciò, comprendendo altresì che il primo viaggio è sempre quello che lascia il segno, provo a fornire un’itinerario da “minimo sindacale”: un tragitto cioè che non sia troppo lungo e dispersivo; che impieghi il giusto tempo per visitare qualche luogo simbolo del paese senza tuttavia indulgere alla fretta; e che soprattutto non alleggerisca troppo il portafoglio.
Il primo aspetto da evidenziare è il seguente: ogni viaggio in Thailandia non può prescindere dal calcolo di quanti giorni dedicare alla sua capitale, Bangkok. E’ il primo vero, cruciale nodo da sciogliere. Bangkok è per certi versi una specie di buco nero che risucchia al suo interno tempo, interessi e attività; una volta acquisito il ritmo della città è impossibile non pensare di restarci qualche giorno in più, lo posso assicurare. Considerare Bangkok alla stregua di una stazione di scambio tra una escursione al nord e una vacanza al mare al sud è quanto di più sbagliato si possa fare. Questa enorme metropoli asiatica è essa stessa una parte importante della Thailandia. Potrei addirittura affermare che Bangkok può costituire la meta unica – o quasi – di un viaggio in Thailandia.
Dunque suggerirei almeno 4 notti a Bangkok. Il tempo per smaltire il fuso, svolgere le consuete visite ai luoghi più celebri, avere il tempo di vedere anche i posti meno battuti, fare una escursione al mercato galleggiante e una ad Ayutthaya. Questo tempo sarà utile per familiarizzare con le abitudini dei thailandesi, il traffico caotico, la cucina e la vita notturna. Tutti aspetti che hanno a pieno diritto un posto di primo piano in qualsiasi vacanza che si rispetti.
La seconda tappa obbligata è il nord del paese per visitare l’altra attrazione di rilievo del paese: la natura tropicale. Io suggerisco senz’altro Chiang Mai perché è una località turisticamente sviluppata e non troppo caotica. La cittadina è la base ideale per le escursioni di 2, 3 e più giorni nella foresta pluviale che la circonda. Inoltre, possiede un vivacissimo Night Bazar che offre tutto ciò che un turista può desiderare: dal mercato vero e proprio all’innumerevole serie di ristoranti etnici e internazionali; dai lounge bar alla moda ai ring all’aperto di Muay Thai. Per non parlare dello street food, che qui raggiunge vette di prelibatezza e varietà a cui neppure Bangkok può ambire. In questa cittadina tranquilla e un po’ sonnolenta direi di sostare 3 notti; di più se si è acquistato un tour nella foresta, che comprende ovviamente il pernottamento nei villaggi dei nativi.
La terza tappa che non può mancare in un primo viaggio in Thailandia è il sud, e quindi il mare. La scelta è vastissima e riguarda alcune delle più celebri località del mondo: Pukhet, Koh Samui, Krabi, Koh Chang, Pattaya… inutile enumerarle tutte. Sono tutti posti magnifici dove fermarsi, anche a lungo, e godersi la vita da spiaggia con tutti i suoi pro e contro. L’unica cosa da tenere presente prima di effettuare una scelta così cruciale è verificare dove “tira” il monsone, come già spiegato in un post precedente. La pioggia è l’evento naturale che temiamo di più, specie quando ci troviamo a mare: non c’è nulla di più spiacevole, infatti, che restare in albergo in costume e ciabatte tutto il giorno aspettando che l’acquazzone passi. E spesso non passa.
In questa località marina, poniamo a titolo di esempio Koh Samui, io destinerei almeno 6 notti di soggiorno. Un po’ per acclimatarsi, adattarsi alle abitudini di vita – necessariamente spostate verso le attività notturne – e avere il tempo di fare qualche piccola escursione nei dintorni. A Koh Samui è infatti possibile affittare uno scooter e girare liberamente per l’isola. Se ci dovessimo stancare del mare e dei suoi riti ripetitivi, c’è sempre la possibilità di andare a visitare qualche risaia interna, i piccoli zoo che ospitano gibboni, coccodrilli e altra fauna locale, le cittadine più interne e caratteristiche, cascate, foreste vergini, ecc.. Da questo punto di vista isole come Pukhet o Koh Samui sono ricchissime di attrazioni; basta solo andarsele a cercare, e per questo lo scooter è vitale.
Tirando le somme, abbiamo ipotizzato 4 giorni a Bangkok, 3 a Chiang Mai e 6 a Koh Samui. In tutto 13 giorni che sommati ai due per i lunghi trasferimenti intercontinentali fanno più o meno 15 giorni di viaggio, il minimo sindacale di cui parlavo sopra.