Il mio viaggio in Messico, forse perché il primo dopo la grande pandemia di Covid, non si è svolto con la collaudata e auspicata fluidità. E’ stato infatti funestato da una incredibile serie di disavventure, di ogni tipo, tutte concentrate in poche settimane. E’ stato come se, dopo tanti anni di viaggi pressoché privi di imprevisti, la fortuna ci girasse contro e ci facessa pagare, in un colpo solo, ogni momento felice del passato.
In poche settimane siamo precipitati, dal sogno a occhi aperti di una vacanza straordinaria, all’inferno dei disagi, le difficoltà, i contrattempi e le angoscie dei viaggi alla Fantozzi. In un arco temporale brevissimo abbiamo affrontato tutti gli imprevisti che un viaggiatore standard, in genere, subisce in tre o quattro viaggi diversi. Ma forse era destino: era arrivato anche per noi il momento di pagare anni di beata sfrontatezza e fortuna sfacciata.
Ho già raccontato che fin dall’inizio ci era sembrato che qualcosa non andasse per il verso giusto. Il biglietto aereo, tanto per dirne una, era eccessivamente a buon mercato. E’ vero che si trattava di un prodotto offerto in jointventure tra Iberia e British Airways e che il primo volo prevedeva uno scalo di 13 ore a Madrid, ma anche considerando queste circostanze, 580 euro sembravano decisamente pochini. La fregatura doveva esserci per forza, magari annidata in qualche piega del contratto, ma fino a 30 giorni prima della partenza niente faceva presagire il peggio. E – soprattutto – non arrivavano comunicazioni di alcun tipo dalle due compagnie coinvolte.
E’ stato solo per caso che mi sono accorto che il volo di ritorno, la tratta Città del Messico – Londra – Roma, effettuato da BA, era stato cancellato. Era infatti arrivato il momento di controllare quando fare il check-in e, non avendo ricevuto alcuna comunicazione al riguardo, ho pensato di controllare direttamente nei siti web delle due compagnie. Su Iberia era tutto a posto: volo di andata confermato, il check-in disponibile. Su British, invece, inserisco il mio codice prenotazione e – sorpresa – mi appare la scritta che il volo non c’è più! Non ci credo: riformulo la ricerca e ottengo lo stesso risultato. Il volo è stato cancellato. Da Città del Messico, in poche parole, non si torna più.
Chiamo il tour operator da cui avevo acquistato i biglietti e non ottengo altro che un “la richiameremo”. Sollecito con innumerevoli email, cerco di smuovere mari e monti pur di avere quanto meno qualche straccio di informazione, ma niente, non ottengo altra risposta che quella dei risponditori automatici. Il tono è sempre lo stesso: “stiamo verificando la sua situazione, le faremo sapere al più presto”.
E intanto il tempo passava e l’angoscia cresceva. Con mia moglie iniziavamo a prendere in considerazione l’ipotesi più dolorosa: rinunciare al viaggio in Messico e tentare di farci restituire i soldi in tempo utile per dirottarli verso un’altra destinazione. Sì, ma quale? Non è che avessimo molte alternative. La Thailandia era ancora mezza bloccata dal Covid, gli Stati Uniti erano pieni… non restava altro che l’Europa oppure – cosa forse meno impegnativa ma allo stesso tempo più deludente – tornare a villeggiare a Siracusa come ai tempi della pandemia. Inoltre, avremmo sicuramente perso le prenotazioni già effettuate (e pagate) con Evaneos, il gruppo a cui ci eravamo appoggiati per progettare il giro in Chiapas. Per non parlare dei tre voli interni.
Ciò che ci faceva rodere il fegato, in sostanza, era l’assoluta mancanza di notizie da parte di tutte le compagnie interessate. Era come se tergiversassero, facessero melina, aspettassero chissà quale evento fortuito per poterci comunicare una buona notizia. E intanto i giorni scorrevano spietatamente e la data della partenza si avvicinava. E’ stato allora, a circa 16 giorni dal viaggio, che abbiamo preso la decisione più logica: acquistare un altro volo di ritorno dal Messico. Effettuando una rapida analisi costi/benefici, ci siamo resi conto che rinunciare al viaggio avrebbeo comportato un insieme di spese maggiore che acquistare un volo ex novo di ritorno. E non potevamo più aspettare i comodi dell’agenzia.
Pertanto, sono tornato su skyscanner.it e ho cercato un volo idoneo. L’ho trovato immediatamente, quasi identico a quello originale, con American Airlines: Città del Messico, scalo a Dallas, arrivo a Roma in prima mattinata. Il tutto per 420€ a testa. Neppure il tempo di ricevere la conferma dalla compagnia aerea, ed ecco che si fanno vivi quelli dell’agenzia Lol Travel. Mi hanno comunicato, candidamente, che erano spiacenti, il volo di ritorno era stato cancellato ma niente paura, ci offrivano due “allettanti” soluzioni: o rinunciare, e allora avrebbero emesso un bonus utilizzabile per prossimi viaggi, o partire in date diverse. Nessuna delle due alternative per noi era praticabile, naturalmente. La prima era la classica trappola che le compagnie di viaggio si sono inventati dopo i flop accumulati durante la pandemia. In pratica offrono un voucher spendibile solo con loro e solo in determinati periodi o tratte. In pratica inutilizzabili. La seconda prevedeva di fare il viaggio in un periodo traslato di 10 giorni verso settembre, cosa assolutamente improponibile, dati i nostri impegni di lavoro.
Abbiamo educatamente fatto presente che a 15 giorni dalla partenza era un po’ tardi per cambiare programmi e spostare ferie. Quindi in realtà non avevamo molte alternative: dovevamo partire. Il volo di andata era confermato, con Iberia; il volo di ritorno ce lo avevamo messo noi, e pazienza. Ma almeno il rimborso della tratta di ritorno erano tenuti a restituircela. Cosa che ci hanno assicurato sarebbe stato fatto – previo rispetto dei tempi tecnici della British Airways, ovviamente.
Fino ad oggi (gennaio 2023) non ho ricevuto alcuna comunicazione.