Petra in due giorni: come pianificare la visita senza ammazzarsi di fatica

Pensare di visitare Petra in un giorno solo è una follia. Non sto dicendo che sia impossibile, ma il costo del biglietto e le distanze da percorrore rendono tale idea quanto meno inopportuna. Devo dire che ci sono molti turisti, specie giordani o arabi, che riducono l’esperienza di Petra a una “visitina di cortesia”, da svolgersi possibilmente con calma, a metà mattinata, limitandosi alle due-tre attrazioni in grado di assicurare i selfie più popolari: il Sik e il Tesoro. E’ tra queste due aree che si concentra la maggior parte dei visitatori, molti dei quali, evidentemente, devono essere convinti che Petra finisca qui, essendo il resto del sito poco interessante o addirittura inesistente.

Ingresso del Sik e del sito di Petra

La folla che scorre per la lunga gola del Sik e che si ammassa davanti al Tesoro è composta prevalentemente da giovani orientali armati di cellulare all’ultimo grido, generalmente abbigliati in modo poco appropriato (ho visto anche donne con i tacchi!) e comunque sicuramente non in grado di affrontare salite, scarpinate sotto il sole, estenuanti camminate su sentieri disastrati. D’altronde, il solo Sik è lungo un chilometro e mezzo e non è proprio una camminata di salute. Raggiungere l’unica zona in ombra di tutto il sito, ovvero la spianata davanti al Tesoro, a molti deve sembrare una impresa più che sufficiente per dare senso alla giornata. Se quindi l’intento è quello di avere un’idea – per quanto sommaria – di Petra senza rischiare di ammazzarsi di fatica o di prendere un coccolone per il caldo, allora va bene limitarsi al Sik e al Tesoro.

Tuttavia, è evidente che Petra è un sito da visitare in tutta la sua estensione e, per quanto possibile, con calma, gestendo le energie e le ore di luce in modo tale da non perdersi le attrazioni più importanti. Ma per farlo occorrono almeno due giorni. Tre sarebbe anche meglio, ma sono consapevole che non tutti hanno tutto questo tempo a disposizione. Pertanto, se decidiamo di visitare Petra in due giorni, vediamo di farlo in modo tale da rendere le due giornate piene, interessanti, non eccessivamente faticose e soprattutto soddisfacenti.

La mia proposta è quella di destinare le escursioni più faticose a due giorni distinti. Si tratta in sostanza di scegliere quando andare al Monastero e quando all’Altare del Sacrificio. Il resto delle visite si effettua di conseguenza, seguendo un percorso lineare che non dovrebbe presentare eccessive difficoltà.

Una zona particolarmente stretta del Sik

Ogni giornata inizia, come al solito, dalla lunga e stupefacente camminnata attraverso il Sik, ovvero la Gola che conduce alla città antica. Non è una passeggiata, ripeto, e nella stagione estiva non è neppure il luogo più fresco del sito, a dispetto delle alte pareti di roccia che riparano il fondo del canyon dal sole. Il fatto è che spira quasi sempre un venticello caldo come quello prodotto da un fon per capelli, dal quale non esiste riparo, se non uscendo dalla gola. La passeggiata, rallentata dal gran numero di turisti che procedono a scatti, fermandosi spesso per scattare foto del panorama, risulta ancora più ardua dal fatto che il terreno, in alcuni tratti, non è proprio come lo avevano lasciato i romani. Ma visto che è la prima fatica della giornata, presumibilmente effettuata in un’orario meno torrido del solito, non risulterà eccessivamente faticosa. Tre quarti d’ora dovrebbero essere sufficienti.

Il Tesoro

Il canyon sfocia nell’ormai celeberrima spianata su cui s’erge il Tesoro, ovvero Al-Khazneh, come sarebbe più opportuno chiamarlo. Il luogo è talmente famoso che non è il caso di parlarne a sproposito. Ciò che colpisce – e indubbiamene costringe la gente a fermarsi più del dovuto in questo luogo – è la sua posizione e gli effetti di colore provocati dal sole nei vari momenti della giornata. Si va dall’arancione vivo dell’alba e del tramonto, a tutte le sfumature intermedie tra il giallo e il rosso nel corso della giornata. Si resta affascinati non solo dalle dimensioni, che risultano ben più esagerate di quanto si immaginava guardando i documentari, ma dall’atmosfera magica, direi quasi ipnotica che il monumento emana. E’ una tappa obbligata del percorso, quindi si può scegliere su cosa accentrare l’attenzione in ciascun giorno di visite.

Le Tombe Reali viste dal basso

Dalla spianata del Tesoro inizia un wadi che conduce ad un’altra ampia vallata. A destra si intravedono, in alto, le Tombe Reali, a prima vista piuttosto ardue da raggiungere. A sinistra si nota una erta scalinata che conduce all’Altare del Sacrificio. Davanti, il percorso prosegue rasentando il grande Teatro scavato nella roccia e raggiungendo l’ampia strada romana che conduce alla via colonnata e ai monumenti più distanti. E’ qui che occorre fare la scelta cruciale su quale itinerario seguire. Il primo giorno, quando si è ancora abbastanza freschi e in forma, direi di approcciare il percorso più difficile, ovvero raggiungere il Monastero. Quindi continuare ad andare avanti, visitare i monumenti nabatei che si affacciano sulla strada colonnata romana (il Tempio Grande, il Tempio dei Leoni Alati, la Porta di Traiano, il Qasr al-Bint), inerpicarsi per la stretta gola in salita che conduce al secondo monumento più spettacolare dell’intero sito. Una scarpinata che lascia il segno e che descriverò nei particolari in un altro articolo. Al ritorno, è obbligatoria una sosta al gradevole ma sempre affollato bar-ristorante collocato proprio alla fine della gola, per rifocillarsi, riprendere fiato e pianificare il resto delle visite giornaliere.

Il Tempio Grande visto dalla Chiesa Bizantina

Il secondo giorno dovrebbe essere dedicato all’esplorazione dell’Altare del Sacrificio, ovvero della seconda prova più dura da affrontare a Petra. A differenza del Monastero, la distanza non è così elevata; di contro, la salita in alcuni punti è davvero faticosa, per non dire pericolosa, tanto è vero che non viene neppure affrontata dai muli! Nondimeno, la vista della vallata di Petra, Tesoro compreso, che si ottiene da lassù, è unica e ripaga di tutti gli sforzi effettuati. Una volta tornati a valle, basta attraversare il wadi e iniziare un’altra salita, più agevole della prima, che conduce alle Tombe Reali. Un altro luogo da cui è possibile ammirare un panorama mozzafiato del sito. Qui il percorso è quasi obbligato e conduce su una sorta di altipiano roccioso che sovrasta la vallata sottostante. Il monumento di maggiore rilievo è la Chiesa Bizantina, con i suoi magnifici mosaici, gradita dai turisti per la non trascurabile ragione di essere l’unico posto con una tettoia che ripara dal sole. La chiesa è il crocevia di una innumerevole ragnatela di sentieri che si dipanano su tutta la collina e si disperdono verso le montagne più lontante. Sono tutti percorsi archeologici, accuratamente segnalati, che però sarebbe il caso di affrontare in una giornata intera, dal momento che raggiungono luoghi davvero molto distanti.

Lascia un commento