Al Cairo le occasioni di divertimento, la sera, non mancano. Tuttavia, fra tutte le iniziative disponibili, ciò che a mio parere merita una chanche è passare una notte su un battello navigando sul Nilo. Che è, del resto, il servizio più offerto, decantato e propagandato da qualsiasi agenzia turistica della città e da ogni hotel. Non puoi sfuggirgli: prima o poi qualcuno si avvicinerà e ti proporrà questa famosa attrazione, facendola passare come la cosa più importante da fare nella capitale, forse addirittura prioritaria rispetto alla visita del Museo Egizio o delle Piramidi.
Lo so, a primo acchitto non si è certo indotti a fare salti di gioia. Questo tipo di divertimenti, in ogni parte del mondo, sono genericamente considerati delle trappole per turisti. Buone tutt’al più a spillare cifre esagerate per servizi onestamente mediocri. Anche al Cairo si corre questo pericolo. Ma la navigazione e cena sul Nilo che offrono molte compagnie fluviali è quel titpo di intrattenimento a cui non puoi rinunciare a cuor leggero. Tutti sanno che è una mezza fregatura, ma guai a non farlo, non potresti tornare a casa e raccontarlo…
Il servizio che riscuote più successo è la navigazione in battello con cena e spettacolino folkloristico incorporato. Viene offerto da innumerevoli imbarcazioni, da quelle che si reggono appena a galla ai panfili a 5 stelle. Il programma è quasi ovunque lo stesso: si parte da uno dei moli sulla riva ovest; si percorre un itinerario fisso che all’andata, in estate, è ancora rischiarato dalla luce del sole, al ritorno invece si percorre sotto la fantasmagoria di luci e neon che provengono dalla città; si mangia, a volte in maniera esagerata; si torna indietro non troppo tardi, e comunque in tempo per andare a passare il resto della serata da qualche altra parte.
In sostanza, a parte il panorama – a cui però quasi nessuno bada, una volta che la nave è partita – tutta l’attenzione è concentrata sulla cena a buffet e lo spettacolo annesso. A seconda della capienza del battello, ci si ritrova tutti ammassati in genere sotto coperta, in qualche grande salone della nave adibito allo scopo, e i posti a tavola vengono assegnati in anticipo. In un angolo (e bisogna augurarsi di non esserci seduti vicino) c’è l’orchestrina, che allieterà gli osptiti per tutto il tragitto con arie della tradizione locale rivedute e corrette in chiave elettro-dance.
Ciò che rende questo evento interessante – per alcuni perfino coinvolgente – è la serie di spettacoli a cui si assiste durante la cena. Che si riassumono in pratica nei due numeri tipici della tradizione locale: la danzatrice del ventre dalle mosse vagamente sexy e il derviscio che ruota su se stesso e coinvolge i presenti nei suoi giochetti. A quanto pare il repertorio è sempre lo stesso. Sembra quasi che l’Egitto non abbia altra attrazione degna di nota al di fuori del derviscio ruotante e della danzatrice del ventre!
Nel nostro caso, il servizio acquistato si è rivelato piuttosto nella media. La cena non mi ha lasciato grandi ricordi. Un mix di specialità egiziane, cucinate grossolanamente, e di piatti internazionali, compresa la pasta. I dolci, invece, erano davvero squisiti, in perfetta armonia con la tradizione egiziana. Antipasti, contorni, dolci e una parte dei primi erano a buffet; i secondi invece, più elaborati (e costosi) venivano serviti al tavolo, in quantità francamente modeste.
Quanto allo spettacolo, devo dire che, malgrado la buona volontà, la danzatrice del ventre mi è sembrata piuttosto impacciata. Non sono un esperto, naturalmente, ma nel corso del viaggio ho avuto l’occasione di assistere più volte aspettacoli simili, e quindi alla fine un’idea, seppure sommaria, me la sono fatta anche io. La ragazza in questione, quella sera d’estate, era leggermente sovrappeso (cosa che però non dispiace affatto agli uomini egiziani) e sembrava poco interessata alla qualità della propria performance. Si dimenava il minimo indispensabile, e limitava le proprie evoluzioni a qualche giro su se stessa e a pochi biricchini scodinzolamenti.
D’altronde l’ambiente non sembrava molto adatto ad apprezzare una rappresentazione del genere. Quella sera, oltre a noi, unici turisti non intruppati in qualche tour operator, erano presenti due gruppi di turisti. Uno, che mi è parso indonesiano o malese, aveva occupato un tavolone centrale e dedicava più attenzione al cibo che al resto. La ballerina mezza svestita non ha sortito alcun effetto sugli uomini della comitiva, impegnati più a mangiare che a prestare attenzione a questo genere di spettacoli. L’altro, più corposo, festeggiava nientedimeno il compleanno di un anziano signore russo, con tanto di torta, candeline e Happy Birthday in inglese. Questo gruppo, al contrario, faceva un gran chiasso, ma sembrava più interessato a consumare vodka che a dare spago alla povera ballerina.
Molto più apprezzato, invece, è stato il danzatore derviscio. Un tipo molto simpatico, di grande esperienza, soprattutto nel modo di scherzare brillantemente con i turisti di tutte le nazioni. Fin dall’inizio, appena entrato, si è messo a girare su se stesso e non s’è interrotto se non a fine spettacolo, ovvero almeno tre quarti d’ora dopo! Nel frattempo si è dedicato a compiere tutta una serie di evoluzioni basate sul concetto di forza centrifuga con oggetti di vario tipo (piatti, la sua gonna, vassoi con bicchieri pieni d’acqua). La sua abilità era straordinaria, davvero. Ammetto che anche io mi sono lasciato andare ad espressioni di entusiasmo nei suoi confronti.
In effetti questi artisti hanno una dote particolare: riescono a girare ininterrottamente su se stessi per ore senza mai perdere l’equilibrio. Sono in grado, inoltre, di continuare a conversare con la gente, prendere al volo e lanciare oggetti, cantare, bere da bicchieri o altri contenitori, ecc.. Di tutti i dervisci che ho visto in Egitto, questo del Cairo è stato sicuramente il più bravo (e divertente).
Infine, a spettacolo ultimato, non restava altro che godersi la meraviglia del Nilo di sera, illuminato dalle luci della città. Forse il vero ed unico spettacolo originale della serata, quello che mi resterà per sempre nel cuore. Salito sul ponte del battello, mi sono ritrovato ad un certo punto in compagnia di un gruppo di anziani. Loro non facevano parte di alcun spettacolo, e nemmeno della ciurma. Probabilmente avevano ottenuto un passaggio gratis, in qualche molo di attracco, e si godevano silenziosamente il fresco della sera lontano dalla confusione che regnava sotto i loro piedi.
Devo dire che questa scena mi ha riconciliato definitivamente con la serata e non mi ha fatto rimpiangere i soldi spesi per la cena indigesta di poco prima.