Petardi e mortaretti
Il percorso dall’albergo al quartiere dove viveva Suzhan è stato comunque piuttosto breve. Neppure il tempo di guardarsi intorno e notare che si stava entrando nella parte più antica, tradizionale e piuttosto malmessa di Ruichang, che siamo dovuti scendere dalla macchina. E non perché era impossibile entrare nel cortile. Lo sposo, anche stavolta, era obbligato a percorrere gli ultimi metri a piedi, accolto da due ali di persone che lo omaggiavano alla maniera cinese, ovvero sparando petardi e mortaretti!
Non starò a descrivere il fracasso che ci ha accolti davanti alla soglia di casa. Ci siamo trovati in mezzo ad una vera e propria sparatoria che sembrava non finisse mai… E nella confusione non riuscivamo a capire chi sparasse e da dove lo facesse. Tutto ciò è durato almeno 5 minuti buoni. Quando i petardi sono stati esauriti e il fumo si è diradato, ci hanno fatto cenno che potevamo finalmente entrare. E noi, con le orecchie che ronzavano e le narici offese dall’acre odore della polvere da sparo, ci siamo intrufolati nel cortile interno di una vecchia casa popolare cinese.