Le pulci della sabbia di Tioman, un problema da non sottovalutare

Esiste qualcosa in grado di trasformare una spiaggia meravigliosa, idilliaca, accogliente come quella della foto in un vero e proprio inferno? Sì c’è, ma non è visibile a occhio nudo. E vive proprio su quella soffice sabbia su cui stiamo per distenderci. E’ una entità composta da milioni di individui piccolissimi, poco più grandi di una capocchia di spillo, dal corpo semi-trasparente: le pulci della sabbia. Insetti che non aspettano altro di poter assaggiare il nostro dolce sangue occidentale e – possibilmente – replicarsi tra le pieghe della nostra pelle.

Questo flagello tropicale è piuttosto diffuso sulle spiagge della Malesia. E Tioman non ne è immune, come testimonia la mia esperienza personale. Conosciute scientificamente come Tunga penetrans, le pulci di sabbia possono causare gravi problemi di salute sia agli esseri umani che agli animali domestici (tungiasi). Le femmine gravide sono particolarmente pericolose poiché si insinuano sotto la pelle dei mammiferi per nutrirsi di sangue e depositare le uova. Questo comportamento causa dolore, prurito e, in casi estremi, infezioni gravi.

Un pulce della sabbia ingrandita

Nel 2009, assolutamente all’oscuro del problema, scegliemmo una spiaggia deserta e (all’apparenza) incontaminata per trascorrere una placida, rilassata, sonnolenta giornata al mare. Ogni cosa intorno a noi era perfetta: la sabbia chiara e fine, il mare cristallino, la volta della foresta che ci abbracciava e ci donava un po’ d’ombra rinfrescante. In mezzo alla spiaggia sfociava un rivolo di acqua dolce che proveniva dall’interno dell’isola. Un promontorio di rocce di granito purissimo si ergeva poco distante, perfetto per praticare delle arrampicate improvvisate. Insomma, era il paradiso in terra e noi eravami gli unici a goderselo.

Non è passato troppo tempo, però, per renderci conto che forse c’era una ragione di tanta beata solitudine. Non eravamo gli unici occupanti della spiaggia. Sulle prime non abbiamo avvertito alcun fastidio. Io, che facevo avanti e indietro con il mare per refrigerarmi, sentivo qualche lieve pizzico, ogni tanto, ma non ci davo molta importanza. In acqua, peraltro, erano presenti delle micro meduse trasparenti che mi avevano causato qualche spiacevole doloretto, ma nulla più, sembrava tutto sotto controllo e soprattutto ampiamente sopportabile, visto il luogo in cui eravamo. Per parecchie ore, quindi, ho attribuito quei leggeri fastidi al caldo, alla salinità del mare, alle meduse e non me ne sono preoccupato oltre.

Al ritorno in albergo, tuttavia, mi sono ritrovato con le gambe completamente coperte di piccoli bozzetti rossi piuttosto rilevati. Come quelli della foto accanto – il piede però non è mio ma può dare un’idea del problema. E, a differenza di poco prima, adesso avvertivo un prurito diffuso e molto fastidioso. Era evidente che si trattava di punture di insetto, ma sulle prime non ci ho pensato minimamente perché non mi era evidente il nesso tra questo fenomeno e la giornata trascorsa al mare. Pensavo piuttosto ad una intossicazione alimentare, qualcosa che mi avesse fatto male; o a qualche elemento chimico presente nella sabbia, anche se la spiaggia era un luogo di riproduzione delle tartarughe verdi. Insomma, malgrado la gravità della cosa ho sottovalutato il problema.

Figuratevi la mia sorpresa quando la sera, al ristorante, colgo il mio amico Massimiliano mentre si gratta furiosamente un polpaccio. Gli chiedo cosa abbia e mi fa vedere la sua gamba, anch’essa coperta di un fitto reticolato di piccoli morsi rossi che si estendono fino al piede. In un attimo ci è chiara la situazione: si tratta di punture di insetti parassiti, non ci sono più dubbi. E l’unico posto dove è stato possibile prenderli è la famosa spiaggia di qualche ora prima.

La faccio breve. Io avevo degli antistaminici e li abbiamo presi subito: ciò ha calmato il prurito consentendomi almeno di dormire la notte. Massimiliano, purtroppo, non è stato altrettanto fortunato: la sua infestazione era più estesa e diffusa della mia, comprendendo anche parti del busto e le spalle. Lui ha visto letteralmente le pene dell’inferno per tutte le notti che abbiamo passato nell’isola. Gli antistaminici hanno ridotto gli effetti ma non hanno risolto la causa. Per trovare una soluzione definitiva abbiamo dovuto aspettare di giungere a Malacca e consultare un medico specializzato. Il quale, ovviamente, ci ha dato degli antibiotici che, nel giro di pochi giorni, hanno fatto sparire sintomi e macchie.

Questa avventura ha inevitabilmente oscurato le esperienze meravigliose e i posti incantevoli che abbiamo visto a Tioman. Che da quel momento abbiamo ribattezzato, con una punta di scherno, “Pulciman”!

 

Lascia un commento