Ci sono luoghi che vale la pena raggiungere, a qualsiasi costo, per trascorrerci almeno una sera. Uno di questi è proprio Yangshuo, nel cuore della Cina. Se di giorno è una cittadina vivace ma ben radicata nelle tradizioni locali e perfettamente in sintonia con l’ambiente agricolo circostante, la sera diventa un vero e proprio paradiso per turisti. Manda a dormire i lavoratori diurni e si anima di un altro genere di residenti con tutt’altra vocazione. Chiude al traffico la maggior parte delle sue strade e si ricopre letteralmente di attività commerciali di ogni tipo, gran parte delle quali dedicate alla ristorazione.
L’immagine di questo post, scattata praticamente al buio, testimonia il momento in cui la cittadina cambia natura. I turisti iniziano a uscire dagli alberghi come gli animali notturni dalle loro tane. Dopo una giornata intensissima trascorsa tra escursioni, corse in motociclo, camminate per risaie e bagni al fiume, arriva il momento di abbandonarsi al tanto agognato divertimento serale, che inevitabilmente si compone di tre o quattro tappe fisse, da percorrere in rigorosa sequenza.
Un salto al mercato
Il primo step, da compiersi necessariamente all’imbrunire, riguarda il giro delle innumerevoli bancarelle che, come funghi, sono sorte nel frattempo in ogni anfratto libero del centro cittadino. Iniziare con un salutare e gratificante shopping sembra essere il viatico migliore per predisporsi al resto della serata. La quantità e la varietà di oggetti in vendita, peraltro, induce a credere che l’offerta sia praticamente infinita, e invece si tratta delle solite cianfrusaglie che vendono un po’ tutti. Ma la psicologia è in grado di travolgere tutto: ciò che altrove è paccottiglia, qui a Yangshuo è artigianato locale di altissima fattura!…
Bere qualcosa prima di cena
Dopo aver acquistato l’ennesimo ninnolo, arriva il momento di sedersi da qualche parte e bere qualcosa. La città pullula letteralmente di localini, alcuni molto graziosi e invitanti, che offrono qualsiasi bevanda alcolica tu desideri e generalmente a poco prezzo. Il problema, semmai, è trovare posto in uno di essi. L’abitudine di aspettare la cena annegando negli aperitivi di ogni genere, tipicamente anglosassone, ha ormai preso un po’ tutti; nessuno, inoltre, è disposto a rinunciare ad un posto particolarmente ameno, o celebrato da qualche guida turistica, o comunque al centro dello struscio serale. Non è raro quindi vedere lunghe file di persone in coda per entrare in questo o quel locale particolarmente alla moda.
L’atmosfera generale è comunque poco rumorosa e piuttosto rilassata. Nel 2010, perlomeno, non c’erano locali che sparavano musica house ad alto volume fuori dalle proprie mura. Di tanto in tanto qualche bar proponeva musica dal vivo, questo sì, ma sempre con moderazione e senza dare troppo fastidio. Il karaoke iniziava a prendere piede, mi ricordo, ma era esclusivamente appannaggio dei turisti cinesi. Ma probabilmente le cose saranno cambiate…
La cena a base di pietanze locali
Il rito dell’aperitivo può durare a lungo e riempire gran parte delle prime ore serali. Ma prima o poi arriva per tutti l’ora di cena. E qui Yangshuo dà il meglio di sè! Se c’è un posto – tra i tanti – in cui si mangia davvero bene in Cina, questo è Yangshuo. Qui la cucina si è evoluta in modo indipendente rispetto al resto della provincia e della nazione. I sapori tipici della tradizione cantonese si sono mescolati egregiamente agli aromi e agli ingredienti di altre parti dell’Asia, in special mondo del vicino Vietnam. Una delle etnie più rappresentate, infatti, è composta da una popolazione che vive sia qui che nel nord del Vietnam. E conoscendo quanto sia buona e pregiata la cucina vietnamita, si capisce perché Yangshuo sia così famosa dal punto di vista culinario.
I ristoranti, di tutti i tipi e per tutte le tasche, sono così numerosi da metterti in difficoltà. Praticamente non c’è angolo in cui non sia presente un luogo dove mangiare (come in ogni parte della Cina, del resto). Probabilmente oggi l’offerta culinaria sarà molto più varia, comprendendo probabilmente le inevitabili cucine giapponese e coreana che sono così di moda. Nel 2010, invece, si mangiavano quasi esclusivamente specialità locali. Dall’immancabile anatra laccata ai deliziosi intingoli a base di tofu e pepe del Sichuan. Difficile resistere e ancor più difficile evitare di prendere più piatti alla volta, quasi temendo di non avere più alcuna opportunità di assaggiarli tutti!…
La cena occupa piacevolmente gran parte della serata. Se poi sei in compagnia, ancora meglio: la birra e la piacevolezza del cibo aiutano a socializzare. Ogni tanto delle persone del luogo si avvicinano per venderti, quasi di soppiatto, più o meno gli stessi oggetti visti prima sulle bancarelle del centro. Evidentemente non hanno l’autorizzazione a farlo, per questo si avvicinano in modo circospetto, furtivo, quasi ti vendessero della droga. Alcuni tirano fuori strumenti musicali francamente poco utilizzabili e ancor meno trasportabili. Altri braccialetti o oggettini simili.
Ogni tanto passa anche un ambulante che vende il famigerato “tofu puzzolente“, vera prelibatezza locale ma terrore di tutti i turisti, per via dell’odore rancido che emana. Io l’ho assaggiato sia a Yangshuo che a Pechino e devo dire che, a parte l’odore, non è per niente male. Se è rimasto uno spazio vuoto nello stomaco, dopo la lauta cena di poco prima, consiglio di provarlo senz’altro: tanto si fa sempre in tempo a gettarlo nella spazzatura, e nessun locale si offenderà per questo. Una birra aiuterà a mandarlo giù senza rimpianti.
La notte finisce inevitabilmente in un altro bar, spesso vicino al fiume, per le ultime libagioni prima di andare a letto. Peccato che a volte occorre fare quasi a botte pur di assicurarsi un posto decente. Secondo me è una preoccupazione inutile, visto che il lungo fiume di Yangshuo è facilmente raggiungibile ed è ricco di scorci davvero meravigliosi.