Arrivati ad Hanoi ed esaurite le prime formalità del caso – trovarsi l’alloggio, orientarsi, visitare le poche attrazioni locali – inizia a tormentare il desiderio di trovare qualcosa da fare la sera. Le premesse diurne, a dire il vero, non sono incoraggianti. La città è caotica e per certi versi ostile, specie nelle ore di punta (che ad Hanoi sono quasi tutte…). Si intravede qua e là un localino grazioso o qualche area che mostra insegne o pannelli stuzzicanti, ma tutto viene soffocato, direi quasi annichilito dall’intensa attività lavorativa che coinvolge un po’ tutti.
Eppure la vita nottura di Hanoi è tutto meno che insignificante. I posti dove andare, in verità, sono racchiusi in un unico grande quartiere, quello collocato a nord del lago Hoan Kiem, conosciuto come la “città vecchia”. Qui, subito dopo il tramonto ogni strada o vicolo, per quanto angusto, si riempe di persone – per lo più giovani – fermamente intenzionate a trascorrere qualche ora di relax e divertimento in compagnia. Il che rende questo quartiere il luogo più trafficato e affollato in assoluto della città.
I locali alla moda non si contano, ma in realtà la “movida” di Hanoi si svolge quasi interamente per strada. Gli abitanti della capitale – e sempre più turisti stranieri – preferiscono infatti sedersi sui caratteristici sgabelli di plastica bassi – quasi delle sedioline per bambini – e dedicarsi alla degustazione della tipica birra ghiacciata vietnamita, la Hoi. A volte sgabelli e tavolini sono così fitti e numerosi che risulta quasi impossibile passarci in mezzo!
La zona più caratteristica, da questo punto di vista, è la cosiddetta Bia Hoi Junction. E’ il nucleo della vita nottura di Hanoi, più o meno posto all’angolo delle strade Ta Hien e Luong Ngoc Quyen, poco a nord del lago. Aperto tutto il giorno, di notte si riempe sempre più di gente il cui unico scopo è bere la birra e mangiucchiare qualche stuzzichino. La birra scorre a fiumi, si potrebbe dire, servita all’interno di bicchieroni di plastica che poi vengono gettati a terra senza preoccuparsi troppo del decoro urbano. Ma malgrado l’enorme quantità di bevanda alcolica trangugiata, l’ubriacatezza è praticamente sconosciuta!
Questo perché la bia (“birra” in vietnamita) Hoi, in effetti, è un tipo di birra alla spina che contiene solo circa il 4% di alcol. E’ quindi una birra “leggera” rispetto agli standard europei, chiara, limpida e dal sapore piuttosto anonimo. L’unico suo punto di forza, a mio parere, è il costo: un bicchiere colmo fino all’orlo costa appena 5000 dong e raramente supera gli 8000. Risulta pertanto una bevanda estremamente economica anche per gli standard vietnamiti, figuriamoci per i turisti.
I locali che offrono bia e sgabelli sono disseminati lungo le vie del centro storico quasi senza soluzione di continuità. Nessuno, eccetto qualche straniero, resta al loro interno: troppo caldo, e dopo un paio di bicchiari di birra è molto più gradevole stare all’aperto, dove un filo d’aria circola ancora (insieme allo smog prodotto da moto e auto). Inoltre, è divertente mettersi comodi (si fa per dire) sul proprio sgabelluccio di plastica e osservare lo struscio serale.
Guardarsi in giro e bere sono occupazioni gradevoli, senz’altro, ma dopo un po’ ti viene fame. Ma niente paura: ad Hanoi alimentarsi è altrettanto facile quanto lo è bere bia ghiacciata. Molti locali infatti servono anche pasti veloci (in genere zuppe pho, spiedini e frittelle) e non pochi turisti ricorrono a questi alimenti per ricavarci la cena serale e risparmare qualche soldo. Tuttavia, malgrado i prezzi siano dappertutto molto convenienti, si può pagare persino meno rivolgendosi ai numerosissimi venditori ambulanti di cibo da strada che percorrono incessantemente le vie del centro.
Gli ambulanti sono l’elemento che contrasta di più in quell’atmosfera di gioia artificiale, di musica assordante e grandi bevute collettive. Sembrano fuori luogo, lontani anni luce, per abbigliamento e aspetto, dai loro connazionali che si divertono ai lati delle strade. Nondimeno, a mio parere sono loro, in definitiva, gli ultimi rappresentanti di una economia che in Vietnam non esiste quasi più. Di un modo di vivere, aggiungerei, legato a ritmi e usanze che il mondo d’oggi ha brutalmente calpestato e relegato negli angoli sperduti delle strade più malfamate.
Gli ambulanti, ad Hanoi, girano ancora con le biciclette o con i carretti trainati a forza di braccia. Alcuni caricano i propri beni su un bastone da cui penzolano, ai due capi, enormi fagotti colmi di mercanzia. Questi individui, quasi sempre esigui e mal vestiti, percorrono le strade della città vecchia offrendo cibi semplici come snacks e frutta. Non potendo liberamente circolare né in strada né sul marciapiede, si sono appropriati dell’unica striscia rimasta, ovvero quella stretta, indefinita e pericolosissima, che divide il marciapiede dalla strada. Qui riescono a muoversi con un equilibrio e – direi – una grazia insospettabili.
Uno degli alimenti più apprezzati dai locali è la canna da zucchero. Essa viene consumata come bevanda, in alternativa alla birra, specie dalle donne. E’ dolcissima, ovviamente, e dopo i primi due sorsi non riesci proprio a finirla. L’altro alimento controverso è quello che si vede nella foto sopra. Si tratta di un gomitolo di fibre secche che a prima vista assomigliano a strisce di carne secca. E’ venduto in ogni angolo delle strade in orribili sacchi di plastica trasparente. I locali lo acquistano dagli ambulanti e lo consumano, come si intuisce, con del ketchup.
In realtà, non sarei così sicuro che si tratti di carne disidratata. In altre zone del Vietnam l’ho visto consumare come dessert, quindi ho immaginato fosse dolce. Ma allora che cos’è? Una ipotesi è che si tratti di canna da zucchero disidratata e poi ricoperta di una patina croccante. Nel caso fosse invece carne secca, allora potrebbe corrispondere al famoso (o famigerato) Kha Ga, ma in quel caso dovrebbe risultare molto più rossa per via dell’abbondante utilizzo del peperoncino.
Se c’è qualcuno che ha idea di cosa sia, è pregato gentilmente di scriverlo, magari nei commenti.