Non penso che la Malesia sia la prima scelta, come meta di un viaggio esclusivo, fra quelle disponibili nel sud-est asiatico. Ci sono luoghi più famosi, più disponibili e sopratutto più battuti dal turismo internazionale, come la vicina Thailandia e le isole indonesiane di Bali e Lombok. La Malesia forse conserva un barlume di fascino solo per coloro i quali si sono cimentati, da piccoli, con la lettura dei romanzi di Salgari, che ambientò proprio laggiù la saga dei suoi celebri pirati.
Per tutti gli altri la Malesia rappresentava – nel 2008 – ancora un luogo piuttosto misterioso e indecifrabile. La diffidenza nasceva principalmente dal fatto che la nazione è a larga maggioranza musulmana. In un periodo in cui Al Qaeda era al suo massimo fulgore! Un luogo simile non sembrava poter assicurare le stesse prerogative, i servizi, la libertà di movimento che erano al contrario i punti di forza della vicina Thailandia. Tuttavia, dai racconti dei turisti e dalle immagini disponibili su internet il paese sembrava perfettamente in grado di reggere il confronto. Non mancava nulla di ciò che generalmente si cerca in un viaggio/vacanza: una grande e moderna capitale, enormi parchi nazionali, spiagge incontaminate, alcune delle isole più suggestive dell’area.
E i trasporti interni? Sarebbero stati in grado di soddisfare qualsiasi spostamento? Anche qui, dopo una rapida ricerca, la risposta è stata positiva. La rete stradale interna è tra le migliori dell’area. I servizi aerei sono capillari e frequenti, potendo contare sulla maggiore compagnia low cost dell’Asia (e forse del mondo), l’Airasia, che guarda caso è proprio una azienda malese. Volendo, anche la vecchia linea ferroviaria inglese è ancora in perfetta efficienza e il treno è un mezzo da non disprezzare per i lunghi trasferimenti.
Insomma, da qualsiasi punto di vista si affrontasse la questione, gli elementi positivi erano (e sono tuttora) preponderanti. La Malesia è una meta di viaggio perfetta. Fra tutte le ragioni per andarci ce n’è una, nondimeno, che fa decisamente la differenza. Ed è il motivo per cui ci siamo risolti ad andarci noi, nel lontanissimo 2008, per la prima volta. Niente a che vedere con sicurezza, libertà di movimento, servizi, offerta alberghiera, trasporti e altre ragioni pratiche simili. Per noi la molla decisiva è venuta da una suggestione che via via si è fatta sempre più concreta.
Alla Malesia appartiene un terzo dell’isola del Borneo. Il Borneo! Quanto di più esotico, avventuroso, distante, irrangiungibile, selvaggio si possa pensare! Il Borneo, il luogo dove sono ambientate le avventure di Sandokan. Il Borneo, la grande isola che conserva una delle foreste più antiche e intricate del pianeta. Quale migliore occasione di raggiungerlo passando dalla via più semplice, appunto quella della Malesia? E infatti è bastato un rapido controllo su Airasia per persuadermi che il Borneo non era poi così remoto. E l’idea folle è divenuta presto una possibilità reale.
L’itinerario del 2008
Il nostro viaggio del 2008 in Malesia si è incentrato quindi sul Borneo come meta principale. Ma bisognava prima arrivare in Malesia, cosa non di secondaria importanza, ovviamente. Qui iniziavano i problemi. Kuala Lumpur, come destinazione aerea, non è proprio a buon mercato. E infatti al primo sondaggio sulla rete non abbiamo trovato nulla di conveniente. E saremmo partiti a giugno! Non mi sono dato per vinto e ho provato a cercare un volo per Singapore. D’altronde era il luogo più vicino al Borneo, almeno in linea d’aria…
La fortuna ci ha aiutati. Abbiamo trovato un volo KLM per Singapore a poco più di 500€, prezzo allora – e a maggior ragione oggi – semplicemente “miracoloso” per tale destinazione. Piazzati ambedue i piedi fermamente su suolo asiatico, ci siamo dedicati a costruire l’itinerario. Destinati doverosamente almeno 3 giorni alla città-stato, non restava che prendere un volo per il Borneo malesiano, ma allora, da Singapore non c’erano voli diretti (oggi sì). Come fare? La soluzione è stata semplice e un po’ avventata: passare il confine con la Malesia, approdare a Johor Bahru, la città praticamente appiccicata a Singapore, raggiungere il suo aeroporto e prendere un volo Airasia per Kuchin (Borneo malese del sud) a 21€ ciascuno. Praticamente regalato!
Il resto dell’itinerario si è composto quasi da solo. A Kuchin avremmo visitato alcuni famosi parchi nazionali e soprattutto la riserva naturale di Semenggoh, uno dei luoghi simbolo della protezione dell’orango. Con un autobus notturno (di cui però in fase di progettazione non avevamo sicurezza) avremmo raggiunto Bintulu, più a nord, per visitare un altro famoso parco e le più grandi grotte naturali del mondo, Niah.
Da Bintulu avremmo preso l’unico aereo disponibile Airasia per Kuala Lumpur e da qui, immediatamente, saremmo volati (sempre con Airasia) verso Kota Bharu, sulla costa est del paese, e con mezzi di fortuna avremmo raggiunto il porto di Kampung Kuala Besut per imbarcarci alla volta delle isole Perenthian, dove ci saremmo fermati per circa 4 giorni.
Infine, rifatto il percorso inverso, saremmo giunti a Kuala Lumpur per fermarci un paio di giorni e visitarla con tutta calma. Per il ritorno a Singapore abbiamo scelto un mezzo inconsueto, l’autobus, che però ci assicurava di passare la frontiera senza tanti fastidi e di arrivare in aeroporto con largo anticipo.
L’itinerario del 2009
Il viaggio del 2009 è stato progettato a tavolino insieme ad una coppia di nostri amici, che si sono aggiunti a noi quando già avevamo in tasca il biglietto aereo per Kuala Lumpur. Quell’anno, infatti, siamo riusciti a trovare un volo per la capitale con la Qatar alla cifra irrisoria di 420€, anche se, bisogna riconoscerlo, il rovescio della medaglia era costituito da due lunghissime soste a Doha sia all’andata che al ritorno. Pazienza, ci siamo detti, per quella cifra avremmo sopportato questo e altro!…
Questa volta il nostro itinerario sarebbe stato meno schizofrenico di quello dell’anno prima. Da Kuala Lumpur (dove ci saremmo fermati un paio di giorni) saremmo volati prima a Penang, la grande isola a nord del paese, e da lì a Kuala Terengganu, da cui, con un bus, avremmo raggiunto il Taman Negara, il più esteso e misterioso parco nazionale malese.
Dopo tre giorni di escursioni e passeggiate nella foresta saremmo volati a Kuantan per poi raggiungere il molo di Mersin e imbarcarci per l’isola di Tioman, dove (speravamo) avremmo trascorso qualche giorno a contatto con la natura e un mare incontaminato. Da Kuantan a Malacca, l’antica capitale coloniale malese, per qualche giorno dedicato alla gastronomia locale. Infine, volo per Kuala Lumpur e ritorno in Italia, con scalo a Doha.
Anche questo complicato giro, come l’anno prima, è stato possibile grazie alle tariffe aeree scandalosamente contenute di Airasia.