Aumentano i paesi che allentano le condizioni di entrata e diminuiscono, al contempo, quelli che applicano restrizioni al turismo. E questo malgrado il Covid-19 stia ancora mietendo numerose vittime in tutto il mondo. Ma l’industria delle vacanze doveva ripartire, prima o poi, e senza un adeguato alleggerimento delle restrizioni di viaggio, ciò era oggettivamente impossibile.
Questa nuova fase di “riavvio responsabile” è stata rilevata da una recente ricerca dell’Organizzazione mondiale del turismo (UNWTO). Secondo questa approfondita indagine, almeno il 40% di tutte le destinazioni ha visto alleggerire, chi più chi meno, le restrizioni imposte al turismo internazionale in risposta al Covid-19. In pratica, una crescita del 22% rispetto al 19 luglio scorso, quando è stato effettuato l’ultimo monitoraggio. La prova del lento ma costante adattamento alle nuove situazione da parte del turismo internazionale e delle sue istituzioni.
Ciò è più evidente dalla mappa sopra, che ho ricavato dallo studio stesso. I paesi che continuano a tener duro, bloccando i confini e applicando restrizioni all’ingresso sono ancora la maggioranza, come si vede dalla prevalenza del blu nella cartina. I paesi in verde, al contrario, sono quelli che hanno mitigato le proprie condizioni, e fra questi ci sono quasi tutti i paesi europei e – cosa alquanto indecifrabile – anche il Messico, attualmente alle prese con una seconda e più forte ondata di Coronavirus. Per non parlare del Pakistan e dell’Afghanistan, che evidentemente hanno bisogno di qualche entrata turistica dopo guerre, carestie e pandemie varie…
In dettaglio, delle 87 destinazioni che hanno alleggerito le restrizioni di viaggio, solo quattro le hanno revocate tutte, mentre 83 le hanno mitigate mantenendo al contempo alcune misure come la chiusura parziale delle frontiere o la quarantena coatta. Il Rapporto dell’UNWTO mostra inoltre che 115 destinazioni (il 53% di tutte le destinazioni in tutto il mondo) continuano a mantenere i loro confini completamente chiusi al turismo.
Secondo l’indagine, inoltre, le destinazioni con maggiore dipendenza dal turismo hanno maggiori probabilità di allentare le restrizioni sui viaggi: delle 87 destinazioni di cui sopra, 20 sono gli Stati in via di sviluppo delle piccole isole (SIDS, come Maldive o Seichelles). Queste realtà dipendono quasi interamente dal turismo, considerato un pilastro centrale di occupazione, crescita economica e sviluppo.
D’altronde, il costo della chiusura delle frontiere è troppo elevato perché possa essere sostenuto a lungo. Un recente studio dell’UNWTO, focalizzato sull’impatto della pandemia sul turismo, sia in termini di perdita di arrivi turistici che di entrate perse, mostra infatti che già alla fine di maggio la situazione era praticamente catastrofica. La pandemia aveva portato via al sistema globale almeno 320 miliardi di dollari di entrate perse, cioè tre volte il costo della crisi economica mondiale del 2009!