Uno dei rarissimi posti in cui il traffico di Hanoi offre una tregua è il lago Hoan Kiem. Posto quasi al centro ideale della capitale, questo laghetto dalle acque verdi rappresenta probabilmente l’unico luogo in cui il frastuono della città arriva a malapena. Visitarlo è quasi una necessità, lo posso assicurare, specie il primo giorno di soggiorno ad Hanoi. Con motivazioni che nulla hanno a che fare con la sua storia e i monumenti che vi si trovano.
Quasi tutti i turisti, infatti, dopo il primo traumatico impatto con il caos cittadino, si riversano quasi istintivamente verso questa area che a tutti gli effetti è l’unica superfice, per quanto acquatica, sulla quale non passano veicoli a due, tre e quattro ruote. E’ un rifugio naturale, una piccola e agognata oasi di pace apprezzata non solo dai turisti ma anche – a quanto pare – dagli stessi abitanti di Hanoi. Inutile dire che anche noi, effettuato il primo giro esplorativo nei dintorni dell’albergo, ci siamo diretti risolutamente verso il lago Hoan Kiem sperando di mettere a riposo, per qualche ora, i nostri poveri timpani.
La leggenda della spada restituita
Hoan Kiem è chiamato anche Lago della Spada restituita. Questo nome vagamente “cinesizzante” rimanda ad una storia dai contorni leggendari e fiabeschi alla base della fondazione della città stessa. Si narra infatti che nel XIII secolo, durante l’occupazione cinese, un pescatore trovasse una spada nella propria rete. Questa spada, considerata una specie di dono degli dei, venne consegnata al leader dell’opposizione vietnamita, un certo Le Loi, che in seguito – anche grazie ad essa – guidò il suo popolo alla liberazione del paese.
Conclusa la guerra, un giorno il nuovo re si trovava proprio sul lago Hoan Kiem su una barca. Ad un certo punto ecco che emerse dalle acque una tartaruga dorata. Questa creatura, incarnazione evidentemente di un dio, gli sottrasse destramente la spada dalla cintura e se la portò con sè nelle profondità del lago. Furono fatti molti sforzi per recuperare la spada, ovviamente, ma senza successo. Alla fine Le Loi riconobbe che la spada era tornata al suo legittimo proprietario (da cui l’aveva per così dire avuta in prestito), cioè un drago che abitava in un palazzo sommerso. Da quel momento, lo specchio d’acqua – che prima si chiamava semplicemente “lago verde” – divenne il Lago della spada restituita.
La torre della targaruga
La leggenda della tartaruga trova una sua romantica e istituzionale conferma in una costruzione piuttosto evidente che sorge all’estremità settentrionale del lago. Si tratta della cosidetta “Torre della tartaruga“, una struttura costruita alla fine dell’Ottocento. Essa mostra una evidente influenza francese, riscontrabile abbastanza chiaramente nei due ordini inferiori, caratterizzati da archi a sesto acuto. La parte superiore, invece, ricorda l’architettura delle antiche pagode confuciane del paese. Sembra molto più antica di quanto non lo sia, ma in realtà è solo rovinata dallo smog e dall’inquinamento cittadino.
Anche per questo monumento la storia supera la leggenda. Sembra infatti che intorno al 1886 un musicista (o un mandarino, dicono altri) al servizio dei francesi convinse il governo coloniale a permettergli di costruire una torre in memoria di Le Loi sul minuscolo isolotto che emerge in mezzo al lago. La sua vera intenzione era quella di seppellire le ossa del padre nel luogo che più di ogni altro era considerato favorevole secondo la tradizione del feng shui. Quando gli abitanti di Hanoi lo scoprirono, rimossero immediatamente i resti e restituirono il monumento alla sua vera vocazione.