Il clima in Kerala in pieno agosto

La principale preoccupazione di un viaggio ai tropici è quasi sempre legata al clima. Che tempo troveremo? Pioverà? Farà caldo? Inoltre, dovendo viaggiare quasi esclusivamente in agosto, è inevitabile dover fare i conti anche con i monsoni, che si scatenano nell’emisfero nord del pianeta proprio in questo periodo, o giù di lì. Come regolarsi, quindi?

Per quanto riguarda il Kerala, le considerazioni da fare sono molteplici. L’area è collocata quasi a ridosso dell’equatore, in una zona climaticamente problematica per via dei frequenti uragani provenienti dal mare. Il monsone estivo inizia a giugno, più o meno, e si conclude a fine agosto, ma a volte può durare più a lungo, come pure può manifestarsi in modo piuttosto blando. Monsone, significa pioggia, a volte torrenziale, ma con frequenti schiarite, specie in mattinata. Non è un elemento, a esser sinceri, che possa condizionare in maniera decisiva il corso di una vacanza. Quando piove le alternative sono essenzialmente due: o si sta in albergo e si aspetta pazientamente che spiova; oppure si può andare in giro, come fanno del resto gli autoctoni, a patto di essere abbigliati in modo corretto.

Ma il Kerala non è solo mare e tifoni. All’interno, sulle alture, il clima cambia vistosamente. Complice la maggiore altitudine, le temperature si abbassanno vistosamente, specialmente la sera. A Munnar, collocata a 1800 metri sul livello del mare, andare in giro la sera senza una felpa potrebbe essere perfino fastidioso! Non a caso questa località era stata scelta dai dominatori britannici come luogo ideale dove trasferirsi durante i mesi più caldi, che in Kerala – e in tutta l’India – non corrispondono alla nostra estate, ma a marzo-giugno. In agosto, però, la pioggia è più frequente e causa un fenomeno piuttosto bizzarro: la cittadina e i suoi dintorni sono costantemente avvolti nelle nuvole.

La sensazione è quella di essere immersi nella nebbia. Che risulta più fitta nei luoghi aperti, meno in città. Tuttavia, a differenza di quella presenta a casa nostra, la nebbia indiana è spaventosamente impregnata d’acqua, e si manifesta in forma di pioggerellina minuta e fitta, quasi nebulizzata. Che non sembra cadere dall’alto verso il basso ma, in certi casi, si muove in orizzontale, oppure turbina, rendendo di fatto inutile l’utilizzo dell’ombrello. Passeggiare in mezzo a questa nebbia finisce quindi per inzupparci da capo a piedi, sporca gli obiettivi dei cellulari e delle macchine fotografiche, appanna gli occhiali.

A Munnar ho notato che il fenomeno è quasi assente la mattina presto, rivelando quindi il magnifico paesaggio che circonda la cittadina. Ma non dura molto. Nel giro di poche ore le nuvole iniziano a scendere dai monti circostanti. Scivolano sopra le alture come serpenti e si accumulano nelle valli, riempiendole piano piano di un velo bianco e denso che nasconde qualsiasi cosa. Nel frattempo inizia anche a piovere, in modo fitto e placido, senza produrre alcun rumore. L’acqua sembra scendere dappertutto, si convoglia in centinaia di rivoletti che precipitano verso valle e alimentano il fiume sottostante. Non è sicuramente il momento ideale per andare a fare quattro passi. Tuttavia, in tarda mattinata, il tempo si stabilizza. L’atmosfera resta sempre opaca, nebbiosa, ma almeno la pioggia cessa del tutto. E’ questo il momento ideale per mettere fuori la testa dal guscio e visitare i dintorni.

 

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