Sono entrato in una stazione della metro di Tokyo. Devo fare un biglietto, poniamo, per Shibuya. Che faccio? Mi reco alle macchinette automatiche poste ai lati dell’ingresso, come fanno tutti. Guardo gli altri, cerco di memorizzare gesti e schermate, ma non riesco a raccapezzarmi. Quando tocca a me entro in confusione e comincio a sudare freddo…
E’ ciò che succede a chiunque si confronti, per la prima volta, con le famigerate macchinette automatiche che erogano i biglietti della metro, a Tokyo come in altre città del Giappone. Di per sé, sono dei semplici dispositivi, direi un po’ datati, alcuni con tasti a pressione, altri, come quello in foto, con il touch-screen. A prima vista niente di particolarmente complicato. Niente di più sbagliato. Fin da subito appare evidente che la faccenda non sarà semplice, anche commutando la lingua dal giapponese all’inglese.
Non sto qui a raccontare la sequenza esatta dei tentativi per ottenere quei biglietti: sarebbe lungo e raccapricciante. L’unica cosa che mi sosteneva moralmente, era vedere accanto a me altri turisti alle prese con gli stessi problemi, e molti desistere prima, ricorrendo alla gentilezza degli addetti. Io invece provavo e riprovavo, testardo come un mulo, sollevando le proteste di mia moglie, che non vedeva l’ora di andar via, e degli altri in fila (ma non giapponesi)… e alla fine ci sono riuscito. Tutto da solo!
Ecco, in breve, cosa bisogna fare.
Primo: guardare in alto, sopra le macchinette. Appare una grande mappa con tutte le linee metro colorate e delle cifre ad ogni fermata. L’immagine sotto spiega cosa fare.
Pertanto, individuata la propria posizione, scelta la destinazione finale, basta semplicemente annotarsi quanti yen sono necessari per raggiungerla.
Secondo: approcciare la macchinetta e seguire l’istinto e la logica allo stesso tempo. Le operazioni da compiere, nell’ordine, sono quelle della figura.
Noi abbiamo acquistato decine di biglietti, nel corso del viaggio, e mai una volta abbiamo trovato:
- Macchinette fuori servizio;
- macchinette che non erogavano il resto;
- macchinette che non prendevano banconote;
- macchinette che si impallavano;
- addetti scorbutici che non ti aiutano…
Nel caso ci si dovesse confondere con le fermate o le distanze – può avvenire facilmente – e si finisce per restare intrappolati nella metro (il biglietto viene risputato fuori e i tornelli non si aprono), niente paura: ancora una volta la lungimiranza nipponica ha previsto ogni possibile problema ed escogitato la soluzione più razionale. All’interno delle stazioni metro ci sono infatti quelli che assomigliano a dei bancomat ma sono tutt’altro: i fare adjustment machines, dispositivi con i quali si può saldare la differenza tra il prezzo pagato e quello dovuto. Non occorre neppure leggere le istruzioni in inglese, tanto il meccanismo è chiaro: bisogna inserire il biglietto, la macchina ci pensa un pochino e poi, a schermo, visualizza la somma da pagare; si paga e sbuca fuori un altro biglietto, con il quale finalmente è possibile sorpassare i tornelli e uscire.