Passeggiando per gli stretti vicoli di Lijiang è molto frequente avvertire un odore delizioso e conturbante. E’ un effluvio a metà fra l’aroma di un profumo e quello del burro fuso; qualcosa che attira e che respinge al tempo stesso, insomma. Ma da cosa è prodotto? Viene emanato da dolci a forma di disco rigonfio, di colore in prevalenza bianco, contenenti al loro interno una pasta dolce a base di fiori. E sì, avete capito bene: si tratta di fiori, o meglio di petali lavorati con coloranti e zucchero. La rosa è il gusto più diffuso e a quanto ho notato, anche il più apprezzato dai turisti.
I negozi che vendono tale specialità sono innumerevoli. In qualsiasi angolo della città vecchia è praticamente certo imbattersi, ogni tanto, in una piccola pasticceria dove una persona, al massimo due, è indaffarata a sfornare rondelle di farina in continuazione e riversarle su caratteristici contenitori che ne preservano freschezza e calore. I cinesi mangiano questi prodotti sopratutto la mattina, per colazione, ma non disdegnano farci uno spuntino al volo quando ne hanno l’opportunitù. Per venire incontro a tale richiesta, i negozianti si sono organizzati con delle bustine di carta monodose, molto utili allo scopo di maneggiare il dolce senza sporcarsi le mani e scottarsi. Alcune pasticcerie usano “marchiare” ogni dolce con il brand della casa. Anche esso è ovviamente edibile.
Queste specialità sono divenute col tempo piuttosto celebri in tutto il paese. Pare che sia una tradizione per i turisti cinesi acquistarne una confezione, magari con più gusti assortiti, e offrirla in dono al proprio rientro a casa. Le scatole pronte, di varie pezzature e dimensioni, sono disponibili persino nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti. I negozi di Lijiang sono altresì in grado di confezionare al volo una scatola molto graziosa, seppure poco pratica, specie per chi viaggia leggero.
Abbiamo detto cosa sono e dove si trovano. Adesso passiamo al capitolo sapore. Naturalmente io e mia moglie li abbiamo assaggiati. La prima volta con notevole circospezione, devo dire la verità, perché l’odore di burro è davvero forte, quasi nauseante. Poi però ci fai l’abitudine. L’interno di questi dolcetti, come detto, è composto da una pasta viola (se il dolce è alle rose) molto compatta e densa. In alcune versioni si amalgama alla farina, in altre è del tutto separata, e in questo caso bisogna stare attenti perché al primo morso scappa via e cola giù. L’involucro che la contiene sembra a volte pasta sfoglia e ne ha pure la consistenza.
Il sapore è ottimo, una vera e propria sorpresa. Non troppo dolce, né troppo profumato; non sembra cioè di addentare una fialetta di fragranza alle rose. La consistenza è quella di una confettura, ma anche qui dipende dalla manifattura e dall’esercizio che li produce. Una volta ci è capitata una pasta in cui erano distintamente riconoscibili i frammenti di petalo, cosa che ad alcuni potrebbe non piacere molto. In altri casi, si trattava di un impasto molle e compatto, in cui non era possibile distinguere neppure il più piccolo atomo di fiore. In seguito mi sono accorto che i dolci alle rose di origine industriale hanno quest’ultima caratteristica. Quindi, se pretendete la genuinità, acquistate il primo tipo e rassegnatevi a sopportare la presenza di pezzi di petalo in gola e tra i denti…