Dove andare in Giappone e cosa visitare

Quando decidiamo di fare un viaggio, io e mia moglie seguiamo sempre lo stesso criterio organizzativo, che riguarda 3 momenti decisionali rigidamente separati nel tempo:
Primo: scelta della destinazione – fra un novero di 4-5 destinazioni distinte, a volte assolutamente antitetiche – e valutazione delle offerte aeree più convenienti.
Essendo il costo del viaggio aereo la variabile indipendente del calcolo, ne consegue che il periodo e i giorni di permanenza totali diventano ben presto le variabili dipendenti, secondarie, oserei dire quasi marginali. Può risultare triste, o anche meschino, che si organizzi un viaggio importante in modo “ragioneristico”, ma è l’unico sistema che ci permette trasferte altrimenti inarrivabili.

Secondo: cosa vedere in quei tot giorni disponibili. In questo stadio, che spesso segue il precedente di parecchi mesi, comincia la vera presa di contatto con il paese scelto. Vado su Internet, su turistipercaso.it, soprattutto, ma anche sui blog in lingua inglese, e mi documento il più possibile. In seguito – e questo è il momento che davvero dà il via all’operazione – acquisto una guida turistica della Loneley Planet. Una volta in possesso di questo libro imprescindibile – e pochissimo usato, una volta sul luogo – ci sentiamo già in partenza. Oramai non abbiamo alibi: il biglietto lo abbiamo comprato, la guida ce l’abbiamo. Non resta che decidere cosa vedere e dove andare.

Terzo: scegliere l’itinerario. E’ indubbio che sia meraviglioso ed esaltante poter fantasticare in anticipo su luoghi che non conosci e che ti appresti a visitare: qui vado a vedere questo monumento, poi mi sposto al lago, poi prendo il trenino a vado a mangiare in questo quartiere tradizionale… il giorno dopo mi reco alla pagoda, poi torno al lago, poi shopping a concludere la serata… il giorno seguente… Ma un momento: non ce li ho tutti questi giorni a disposizione! Orrore! Devo rifare tutto da capo!

Ecco dove sta il problema fondamentale: far rientrare tutte le fantasie, i desideri, i propositi nei pochi giorni, a volte ore, che hai a disposizione, tappa per tappa. La vera fatica, posso assicurarlo, non è come organizzarsi per vedere tutto: è al contrario decidere di volta in volta cosa non andare a vedere, o non fare, o non comprare, o non assaggiare, perché il tempo che hai è limitato (per non parlare dei soldi).

L’itinerario che abbiamo scelto per il Giappone ha seguito, passo per passo, ogni momento illustrato prima: il periodo scelto – fine agosto – era il più conveniente; le informazioni sul posto ci assicuravano un viaggio ricco, intenso e divertente; l’enorme varietà di luoghi da vedere ci creava la solita difficoltà di scegliere, dolorosamente, cosa vedere e cosa lasciare fuori dal percorso. Rispetto ad altri viaggi del passato, questa volta ci abbiamo impiegato più tempo a deciderci, ma alla fine abbiamo concordato per un itinerario che ci consentisse di avere un’idea, sia pure sommaria, dello spirito del Giappone, coinvolgendo gli aspetti più evidenti di questo paese: la modernità, la tradizione, la natura, la tecnologia, la storia.
E questo è stato il risultato:

 

Tokyo (3 notti)

Abbiamo preferito spezzare la visita della capitale in due tronconi: all’andata tre giorni, al ritorno due, sperando di poter visitare tutto l’umanamente possibile…

Nikko (mezza giornata da Tokyo)

Si raggiunge facilmente dalla capitale, anche se varrebbe la pena pernottare in zona. Comunque, una mezza giornata, specie se non funestata dalla pioggia, è sufficiente per farsi un’idea di questo sito religioso e nazionale allo stesso tempo.

Takayama (2 notti)

E’ la cittadina più caratteristica di quelle che potremmo definire “le prealpi giapponesi”. Si tratta di fare un viaggio un po’ indietro nel tempo, nel Giappone rurale di qualche secolo fa, e in alcuni posti sembra che non sia cambiato proprio nulla…

Kanazawa (2 notti)

Abbiamo scelto questo cittadone della costa nord più per un motivo logistico (riuscire a prendere un treno veloce per il sud visitando un’altra località, invece che tornare indietro verso Tokyo) che per effettiva curiosità turistica. La visita tuttavia merita la deviazione.

Kyoto (3 notti)

Meta imprescindibile in ogni viaggio in Giappone. I nostri tre giorni sono risultati davvero miseri in confronto ai luoghi da visitare. Penso sia più giusto dedicarci almeno 5 giorni pieni.

Osaka (2 notti)

Molti snobbano questa tappa, preferendo raggiungerla in giornata da Kyoto. Errore grave. E’ proprio ad Osaka che si respira il vero spirito del Giappone moderno, e questo succede solo la notte, passeggiando nel quartiere di Dotombori.

Nara (mezza giornata da Osaka)

Raggiungibile facilmente sia da Kyoto che da Osaka (da quest’ultima, però, si sfrutta il JRP), Nara è la classica gita di un giorno dedicata alle diverse implicazioni della religione giapponese. Occhio ai cervi pomellati, sono aggressivi e dispettosi.

Kobe (2 notti)

La sorpresa più piacevole del viaggio. Una città modernissima (ricostruita dopo un recente terremmoto), elegante, alberata, con un porto da sogno e una cucina sublime.

Himeji (mezza giornata da Kobe)

Non so quanto vale la pena fare questa deviazione, peraltro brevissima, però se lo scopo è quello di vedere un vero, autentico, non ricostruito castello di epoca feudale giapponese, allora questa gita è doverosa.

Hiroshima (2 notti)

Un altro posto da vedere assolutamente, a prescindere dalle motivazioni che ti spingono fin laggiù. Toccare con mano, direttamente, le conseguenze del disastro nucleare del 1945, è una esperienza illuminante e istruttiva allo stesso tempo.

Miyajima (mezza giornata da Hiroshima)

E’ un’isoletta di fronte a Hiroshima celebre per il suo immenso Tori che sorge dalle acque del mare (con l’alta marea). Facilmente raggiungibile, consiglio di farsi una piacevole e rinfrescante passeggiata per i suoi boschi e i suoi mercati alimentari ricchi di odori e sapori.

Tokyo (2 notti)

Tappa obbliogatoria, prima del lungo viaggio di ritorno. A noi è servita a rilassarci, a gustare qualche buon piatto della cucina nipponica, a visitare i quartieri che avevamo tralasciato nella prima visita.

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