A Mumbai la strada è una metafora dell’esistenza e il proprio veicolo l’unico mezzo per affrontarla. Quindi, se hai l’auto più grossa e il clacson più assordante, allora sei in grado di affrontare tutte le difficoltà della vita. Altrimenti, sei destinato a subire qualsiasi soppruso, sia fisico che morale. E’ questa la regola che vige in India, dai tempi in cui per le strade circolavano solo cavalli, elefanti e risciò: se ce l’hai più grosso vinci. Lascio immaginare chi avesse sempre la precedenza…
Tutto ciò si traduce in un conflitto che si svolge giornalmente in qualsiasi strada, viottolo, sentiero del sub continente. Ogni via di comunicazione, pertanto, si trasforma in un ring in cui i contendenti sono i proprietari di tutti i mezzi di trasporto disponibili, meglio se a 4 ruote, e l’unico proposito è quello di passare davanti, trovare scorciatoie, superare il vicino, arrivare prima. Ciò si traduce in un aumento esponenziale del traffico, specie nelle grandi città, dove gli ingorghi sono ovunque, anche nei vicoli più marginali e periferici, e rappresentano ormai una costante del panorama urbano.
Mumbai non fa eccezione, naturalmente. Anzi, è la città indiana in grado di amplificare ed estremizzare qualsiasi aspetto negativo legato alla viabilità. Più di Nuova Delhi e Calcutta. In effetti, ciò che è davvero insopportabile, a Mumbai, non è la confusione, la spazzatura per strada, l’invadenza dei venditori, il caldo umido, ecc. ma il traffico. Con la sua appendice acustica, che non si limita al rumore prodotto dai mototi a scoppio, quasi tutti di vecchia generazione e quindi particolarmente assordante. Mi riferisco al continuo frastuono prodotto dai clacson di auto, camion, moto, risciò e perfino biciclette! Pare infatti che gli indiani utilizzino l’avvisatore acustico del proprio mezzo come una propaggine del proprio corpo, un canale di comunicazione con il mondo esterno, da utilizzare anche quando non sarebbe strettamente necessario.
Questa doverosa premessa serviva a delineare il quadro generale, in modo da rendere più chiaro l’argomento principale di questo post: come muoversi a Mumbai. Esisterebbe un mezzo efficace, sostenibile e rapido per farlo, ed è la Metropolitana. Che, a dispetto delle comprensibili riserve, è un’infrastruttura moderna (la prima linea è del 2014), concepita per ridurre il traffico, migliorare la qualità dell’aria e fornire un mezzo di trasporto quanto più efficiente possibile. Non è una rete molto estesa, a dire il vero, ma comprende (per ora) tre linee una delle quali, l’arancione, percorre il centro della città. Tutto bene quindi? Non proprio.
La Metropolitana di Mumbai soffre della patologia che affligge l’intera India: il sovraffollamento. Ogni fermata è un turbinio di masse che si avvicendano continuamente, in entrata e in uscita, creando continuamente ingorghi, intasamenti, ondate di spintoni che si propagano in ogni direzione. Fenomeno che si accentua ogni qual volta arriva un treno e le porte si spalancano: allora si mette in moto un rivolgimento impressionante di corpi che tendono a schiacciarsi in direzione delle entrate impedendo quasi l’uscita di coloro i quali sono ancora all’interno dei vagoni. Tutto ciò avviene nella più assoluta indifferenza, senza sollevare la benché minima protesta o lamentela. Sembra che sia l’unico modo utile per poter usufruire del servizio metropolitano.
Anche a Mumbai, come in altre parti del mondo, esistono i vagoni riservati esclusivamente alle donne. In genere sono collocati al centro del treno. Le coppie di turisti – sempre che siano in grado di raggiungere le banchine sovraffollate della metro – possono tranquillamente scegliere se dividersi o entrare nei vagoni promiscui. A differenza di quanto viene riportato sui social, non c’è alcun problema a viaggiare in un vagone zeppo di uomini indiani di tutte le età. Le molestie alle donne sono praticamente una leggenda metropolitana; qui, come altrove, domina l’indifferenza più totale, a volte un po’ dolente; solo i più piccoli, o i giovani, guardano con curiosità quegli strani esseri sudati e trasandati dalla pelle bianca con cui condividono lo spazio e il tempo di due fermate metro.
Escludendo i bus pubblici, che soffrono di tutti i problemi analizzati prima a proposito della Metro, ma con l’aggravante di essere piuttosto vecchi e malandati, l’alternativa più utilizzata dai turisti è il taxi. O la sua controparte privata, Uber. Tutti e due i servizi utilizzano praticamente gli stessi mezzi: piccole Daiatsu o qualche auto leggermente più grande, ma le Uber si distinguono subito perché hanno il logo ben impresso sulle fiancate. A parte ciò, le differenze sono davvero poche, ma occorre comunque tenerne conto quando si decide a quale mezzo affidarsi. Ecco una breve carrellata di pro e contro dei due servizi.
Le tariffe dei taxi a Mumbai sono regolate dal governo e tendono ad essere più economiche rispetto a Uber per brevi distanze. Tuttavia, alcuni tassisti provano a negoziare un prezzo fisso invece di usare il tassametro (che tengono nascosto sotto un drappo o una immagine sacra), specialmente con i turisti, facendo lievitare i costi sensibilmente. Le tariffe Uber sono prefissate e certe, ma variano in base alle ore di punta o in caso di maltempo. In ogni caso, con Uber il prezzo è sempre trasparente e visibile prima della corsa. I taxi tradizionali accettano quasi esclusivamente contanti; Uber invece offre la possibilità di pagare con carta di credito, di debito o portafoglio digitale. Tuttavia non è possibile utilizzare PayPal.
Lo stato dei veicoli è leggermente a favore di Uber. I taxi tradizionali sono a volte proprio in pessime condizioni, prive di aria condizionata, rumorosi e sporchi. Le auto Uber, invece, sembrano mediamente meglio equipaggiate, e comunque si può scegliere il tipo di auto (UberGO, Premier, XL, ecc.) per avere maggiore comfort. Di contro, per utilizzare Uber è necessario poter accedere all’app, quindi è necessario avere uno smartphone con connessione dati. In conclusione: i taxi tradizionali sono più indicati per corse rapide e brevi da prendere al volo, senza bisogno di prenotazione; Uber si fa preferire per la maggiore comodità, la trasparenza e la flessibilità, soprattutto per viaggi più lunghi o per chi desidera un’esperienza più confortevole.