Un luogo in assoluto rappresenta il paradiso dei turisti a Bangkok. Parlo del quartiere di Banglamphu, situato presso le maggiori attrazioni della città, vicino al fiume e a Chinatown. Nato come quartiere-dormitorio per backpackers dove si poteva alloggiare con pochi soldi, oggi si è trasformato nel ritrovo più frequentato della città; qui è possibile impegnare il proprio tempo in attività che sfruttano al meglio ogni minima variante del divertimento in stile thailandese.
A Banglamphu si può fare di tutto. Letteralmente. Ma ci sono due momenti fondamentali per farlo: il giorno e la notte, durante i quali il quartiere si trasforma radicalmente, tanto da diventare irriconoscibile. In questo post intendo descrivere cosa succede a Banglamphu di giorno, in modo da delineare un quadro quanto più esauriente possibile di cosa è ragionevole aspettarsi. In un altro articolo illustro ciò che accade di notte. Che è tutta un’altra storia…
Per prima cosa spieghiamo esattamente cos’è Banglamphu e come ci si arriva. Il quartiere è delimitato a ovest dal fiume Chao Phraya e a sud da Chinatown e, come si vede dalla mappa, non è raggiunto nè dalla Metro nè dallo Skytrain. Come ci arriva, allora? La risposta più scontata sarebbe: con un tuc tuc (o un taxi meter, in alternativa). Se non fosse che, purtroppo, questa zona è tra le più anguste, intasate e trafficate della città, e quindi qualsiasi mezzo si prenda può rivelarsi una trappola mortale. Inoltre, non è una cattiva idea raggiungere il quartiere semplicemente usando i propri piedi perché si attraversano vie animate e molto pittoresche, in cui è possibile respirare ancora l’atmosfera della Bangkok più genuina.
Il mio consiglio quindi è: prendere la metro fino a Hua Lamphong (linea MRT_BLL), poi proseguire a piedi fino ad arrivare al fiume, e più precisamente al molo Rajchawongse. Si prende un battello qualsiasi che vada controcorrente (vanno tutti a nord, in effetti) e si scende a Tha Chang (Palazzo Reale). Da qui a Banglamphu sono 20 minuti a piedi. In alternativa, consiglio di non prendere affatto il battello ma di procedere verso ovest attraversando Yaowarat Raod, ovvero la via più caratteristica di Chinatown. Poche centinaia di metri più oltre inizia il quartiere.
Il giorno, specie nelle prime ore del mattino (che in questo posto significa fino alle 12 inoltrate), Banglamphu appare sorprendentemente calma, poco trafficata, direi quasi assopita. Molte attività commerciali sono chiuse, le bancarelle in fase di lento allestimento, bar e pub che di notte sono così affollati da non riuscire neppure ad individuarli, adesso appaiono desolati e tutto sommato poco attraenti. Inoltre, per tutto il giorno è consentito il passaggio di auto, moto e furgoni. Quindi occorre stare attenti a non farsi mettere sotto.
La via principale, la famigerata Khao San Road, è quella illustrata nella foto di questo post. E’ un tratto di strada che risulterebbe altrimenti anonimo, tanto è poco riconoscibile rispetto ad altre vie di Bangkok, se non fosse per la quantità esorbitante di turisti che la frequentano. Sono quelli che i thailandesi chiamano, non si capisce se con disprezzo o meno, “farang” (stranieri). Sembra in effetti di essere giunti in una specie di concessione straniera: si vedono quasi esclusivamente capigliature bionde, bermuda calati, short arditissimi e molti ragazzi in cerca di alloggio mentre si trascinano da una gusthouse all’altra con il loro enorme zaino sulle spalle. La lingua più diffusa è ovviamente l’inglese, ma posso assicurare che ogni tanto l’italico gergo giunge alle orecchie…
Chi ha già dove dormire si dedica al passatempo più in voga da queste parti: passeggiare avanti e indietro continuamente, fermandosi ogni tanto di fronte a qualche bancarella di vestiti a buon mercato, rimestando tra le merci più assurde in vendita sui marciapiedi, sostando una mezzoretta ad un tavolino dove bere l’immancabile birra Singha o Chang. Il rito prevede quindi di ripetere il giro almeno un paio di volte e poi scegliere il posto dove mangiare per pranzo.
Khao San Road non è celebre solo per bancarelle, cibo da strada e bar. Sui suoi due lati sorgono anche esercizi commerciali utili a qualsiasi scopo, dall’elettronica di consumo alle sartorie dove sono capaci di confezionarti un abito su misura in poche ore; dalle lavanderie a peso ai massaggi ai piedi; dalle botteghe artigiane ai supermarket di alimentari aperti 24 ore su 24. Banglamphu, da questo punto di vista è una specie di zona franca ove rilassarsi, riposarsi, riprendersi dal caldo soffocante, tra una visita a una pagoda e una a un tempio indu, fare qualche acquisto utile e continuare a girare.
Ogni tanto si vede qualcuno sparire dentro una delle numerose agenzie di viaggio improvvisate che si trovano sulla via e che organizzano escursioni nei dintorni di Bangkok e anche oltre. Ci sono agenzie che ti portano anche in Cina! E’ il posto giusto, a mio avviso, per programmare una gita al mercato galleggiante, oppure ad Ayutthaya, per esempio. I prezzi sono molto competitivi. Ma non solo. In questi esercizi si acquistano posti su bus, battelli, aerei e treni per qualsiasi luogo della Thailandia, anche il più irrangiungibile, almeno sulla carta.
Un’ultima raccomandazione. Se proprio non potete farne a meno, evitate di prendere un tuc tuc proprio a Khao San Road. Ai due margini di questa via stazionano una quantità spropositata di veicoli fermi, in attesa di turisti, e i prezzi che vengono pretesi sono al di là di ogni ragionevolezza. Basterà spostarsi di qualche isolato, anche poche decine di metri al di fuori del quartiere, per pagare tariffe decisamente più contenute e in linea con il potere d’acquisto medio della città…