Finalmente, dopo tante incertezze e più di un passo falso, la Thailandia ha deciso ad aprire le sue frontiere ai turisti stranieri. Lo fa però con la consueta prudenza e in via del tutto sperimentale. Il programma “Phuket Sandbox” prevede infatti che i turisti vaccinati possano entrare liberamente in aree limitate e strettamente controllate, come appunto Phuket, Chiang Mai, Koh Samui e Pattaya. E questo da luglio 2021. E senza quarantena.
Il piano in questione dovrebbe fare da apripista al resto della stagione turistica thailandese. In caso di successo, infatti, da ottobre altre quattro città – Bangkok, Phetchaburi, Prachuap Khiri Khan e Buriram – si uniranno alle località sopra menzionate per esentare i turisti vaccinati dalla quarantena. In questo modo la Thailandia conta di poter recuperare per fine anno una consistente quota di turisti (e relativi introiti).
La vaccinazione in Thailandia
Tutto questo appartiene tuttavia al mondo dei sogni. La realtà con cui fare i conti descrive una situazione non del tutto rassicurante. La terza ondata di Covid-19 è stata particolarmente devastante, mettendo in ginocchio la già compromessa situazione sanitaria del paese e la sua economia. La somministrazione dei vaccini va a rilento: solo l’1,2 per cento della popolazione è stata vaccinata. Anche nelle aree che dovrebbero accogliere i turisti, ad esempio Phuket, la percentuale di vaccinati non supera il 20 per cento. Troppo poco per garantire ai visitatori un minimo di sicurezza e relax. Al contrario, le autorità del paese pensano che per riaprire pienamente le frontiere ai turisti stranieri almeno il 70 per cento della popolazione dovrebbe essere vaccinata entro la fine di quest’anno.
Tutte le previsioni, ad ogni modo, inducono ad un cauto ottimismo. La riapertura graduale e senza quarantena, secondo gli esperti, favorirà l’arrivo di almeno 6 milioni di turisti stranieri, quasi tutti concentrati negli ultimi 3 mesi dell’anno. Prima, però, occorrerà ricostruire la fiducia tra i viaggiatori internazionali, poiché la Thailandia è divenuta una meta non sicura dopo l’ultima ondata di Covid-19. Inoltre, la maggior parte dei servizi turistici offerti (trasporti, negozi, ristoranti, alberghi) non sono ancora pienamente in linea con le normative Covid-safe.
Il ritardo della Thailandia
Ricordiamo che fino ad oggi i viaggiatori provenienti dall’estero potevano entrare nel paese sottostando ad una quarantena forzata di 7 giorni (per i vaccinati) e 10 giorni per tutti gli altri. Una politica che non ha dato i frutti sperati, visto che gran parte dei turisti non riteneva né utile né divertente restare confinati in un albergo costoso per tutti quei giorni e bruciarsi, di conseguenza, gran parte della vacanza. La quarantena forzata ha di fatto scoraggiato i viaggi nel paese.
Di contro, altre nazioni dipendenti dal turismo hanno saputo reagire molto meglio della Thailandia. Alcune hanno creato rapidamente delle enclavi Covid-free (Maldive su tutti), azzerando la quarantena per i viaggiatori già vaccinati. Su questa strada si sono incamminati decisamente paesi concorrenti come Singapore, Malesia e Indonesia. La Thailandia, pertanto, rischia di rimanere a secco e di non raccogliere neppure le briciole della prossima stagione estiva.