E’ indubbio che Koh Samui sia un luogo perfetto in cui vagabondare a proprio piacimento. Spiagge, colline boscose, parchi naturali, risaie, cascate coprono praticamente ogni chilometro quadrato dell’isola. Per non parlare dei luoghi di divertimento, come locali notturni, bar, discoteche, ristoranti o night bazar. In pratica non c’è un angolo dell’isola che non abbia qualcosa di allettante da scoprire e frequentare. Raggiungere tutti questi luoghi sembra un gioco da ragazzi: d’altronde Koh Samui non è così estesa, in fin dei conti si tratta di una piccola isola, le distanze non dovrebbero essere proibitive…
Niente di più sbagliato! Koh Samui si estende in ben 228 chilometri quadrati (fonte: Wikipedia) ed è la seconda isola della Thailandia in quanto a dimensione. Inoltre possiede un entroterra piuttosto movimentato, caratterizzato da erte colline e profondi avvallamenti, attraversati da strade che si inerpicano e precipitano senza soluzione di continuità (da queste parti non si usa costruire tunnel stradali). Di conseguenza, fare affidamento sui mezzi pubblici tradizionali per spostarsi da una località all’altra è una vera e propria avventura. Vediamo quindi quali alternative abbiamo.
I bus esistono, ogni tanto ti sfrecciano accanto e ti inondano di fumi puzzolenti, li vedi ovunque ma non quando ti servono. In pratica sono come fantasmi, partono quando pare a loro, sono pieni all’inverosimile, non raggiungono tutti i posti che vorresti visitare e neppure – in certi casi – ci vanno vicini. Così non ti resta altro che scendere e coprire la restante distanza a piedi. Con il caldo o la pioggia monsonica battente non è molto piacevole.
L’altro mezzo molto diffuso è il taxi. A Koh Samui, almeno nel lontano 2006, non esistevano i taxi-meter, quelli con il tassametro, per intenderci. Si affiancava un tassista, si contrattava ferocemente, e poi si partiva per il viaggio, inevitabilmente condotto a velocità folle e costellato di parecchie infrazioni stradali. La ragione è semplice: ogni tassista cercava di massimizzare ogni corsa in termini di ricavo monetario; più ne faceva, più guadagnava. Per questo motivo salire su un taxi a Koh Samui (ma anche nel resto del paese) era una scelta azzardata. Quando scendevi avevi il cuore in gola e ci volevano ben più di un mojto o di un green curry per riprenderti…
L’alternativa povera, considerevolmente più lenta e tranquilla, ma non adatta a chi vorrebbe scegliersi una destinazione in piena autonomia, è il Songthaew, o Songtow. Si tratta di un veicolo derivato da un vecchio pick-up che prende il nome dalle due panche fissate lungo entrambi i lati della parte posteriore. Questa zona, in cui vengono stipate più persone possibile, è coperta da una tettoia colorata, al di sopra della quale, legate con corde arrangiate, vengono collocati i bagagli. I Songthaew stazionano generalmente ai margini e nei centri città e coprono tragitti fissi. Per accedervi bisogna prima verificare la destinazione, poi contrattare come al solito (ma qui si tratta davvero di pochi baht) e aspettare che il veicolo sia pieno. Sì, perché questo mezzo di trasporto a buon mercato e piuttosto scomodo (specie quando piove), parte solo quando è al completo. E non c’è niente da fare per convincere l’autista ad anticipare.
Al contrario, i tuk tuk sono praticamente ovunque e disposti a portarti anche in capo al mondo. Difficile evitare di prenderne uno, durante una vacanza a Koh Samui. Diciamo che per certe distanze, limitate, vanno più che bene: essendo piccoli e maneggevoli, sono in grado di sfrecciare attraverso il traffico cittadino e riescono a coprire ogni tragitto in tempi ragionevoli. Di contro, come per i taxi, se condotti a velocità elevata possono diventare davvero pericolosi. In fin dei conti sono delle Ape Piaggio modificati, dei trabiccoli a tre ruote che sbandano paurosamente quando prendono le curve troppo velocemente. Meglio evitare di prenderli per andare fuori città.
Cosa resta? Ma la motocicletta, naturalmente. Che è il mezzo che io preferisco utilizzare quando è possibile farlo in tutta sicurezza. Il costo del noleggio giornaliero a Koh Samui (e nel resto della Thailandia) è quasi dappertutto piuttosto contenuto. Per pochi baht puoi disporre di un motociclo di cilindrata variabile tra i 90 e i 125cc (oggi anche 250 e 300cc). Nel 2006 non erano ancora arrivati i motocicli cinesi, quindi la scelta era limitata a vecchi Honda e Yamaha che probabilmente non venivamo più venduti in nessun’altra parte del mondo. Il trabiccolo della foto sotto è un Yamaha di plastica da 90cc dalla ciclistica imbarazzante, e tuttavia uno dei pochi in circolazione a vantare un 4 tempi. La versione alternativa, molto più a buon mercato (se è possibile) era un vecchio Honda a due tempi con tre marce, molto utilizzato dai locali, molto meno dai turisti, visto che sembrava più una bicicletta che una moto.
La moto è senza ombra di dubbio il miglior mezzo per poter muoversi a Koh Samui. Le distanze tra le varie località non sono proibitive e un viaggio in moto è sempre gradevole, specie quando fa caldo. L’uso del casco, nel 2006, non era obbligatorio, cosa molto apprezzata dai turisti europei. Non veniva neppure imposta una assicurazione, a dire il vero. Si sceglieva il mezzo, si anticipava la giornata ed era tutto, non c’era bisogno d’altro. Se tenevi la moto più di un giorno, magari senza avveritre, nessun problema: quando la riportavi saldavi il resto e amen. Massima disponibilità, massima libertà.
Tuttavia la moto ha una serie di controindicazioni di cui tenere conto. Innanzitutto è un mezzo esposto a tutte le intemperie. Se piove – e piove spesso a Koh Samui – ci si trova inzuppati come spugne in pochi secondi. Una cerata leggera, quindi, è il primo oggetto da infilare nello zaino, possibilmente del tipo con le maniche (quelli a poncho si aprono con il vento ed è come non indossarli). Il resto del corpo non riparato si bagnerà comunque, certo, ma a quelle latitudini non rappresenta certo un disagio insopportabile. Anche perchè, terminato l’acquazzone, basteranno pochi minuti di un pallido sole per asciugare tutto completamente. Per questo motivo consiglio di indossare sempre un costume a pantaloncino. Più pratico, si asciuga subito, non si deve cambiare quando si va al mare…
La seconda controindicazione riguarda le condizioni delle strade extraurbane di Koh Samui. Non tutte sono in buono stato. E, specie all’interno, sono caratterizzate da molti tornati e curve secche. Niente di speciale, si potrebbe obiettare, salvo il fatto che gli automobilisti dell’isola tendono a tagliare le curve! E quindi a invadere la corsia opposta. Tenersi quindi molto sulla sinistra (si guida a sinistra) è fondamentale. Ma non troppo, però, perché ai due lati della strada è presente un profondo canale utilizzato per raccogliere l’acqua piovana. Questo canale è molto spesso semi nascosto dalla vegetazione, quindi non si vede, specie di notte. Spostarsi troppo sulla sinistra quindi sarebbe altrettanto pericoloso che guidare contromano!
Le strade extraurbane, infine, sono scarsamente illuminate di notte. Non so oggi, ma nel 2006 si passava dalle luci accecanti del centro al buio pesto dei sobborghi e posso assicurare che il faretto delle motociclette di allora non era all’altezza della situazione. Quindi, se è possibile, evitare di utilizzare la moto per i tragitti notturni.