Tornare a viaggiare… dopo mesi di reclusione, divieti, barriere e quarantente, finalmente si inizia a intravedere uno spiraglio. Il vaccino contro il Covid-19, nelle sue numerose versioni, è oramai un fatto compiuto. Promette di riportare l’orologio indietro di 12 mesi, al periodo in cui pochi di noi sapevano cos’è un “coronavirus” e ancor meno avevano mai subito una pandemia. Ai tempi cioè in cui nessuno ti proibiva di prendere un aereo per raggiungere uno qualsiasi dei luoghi meravigliosi di questa Terra.
I viaggi, infatti, sono stati la prima e più illustre vittima della pandemia. Gradualmente ma inesorabilmente, tutte le frontiere si sono chiuse. Io stesso ho subito sulla mia pelle le conseguenze della nuova situazione. Avevo già acquistato il mio bravo volo per Bangkok e sognavo di raggiungere le isole più estreme dell’Indonesia. Ma è tutto crollato sotto i colpi della cruda realtà. La Thailandia ha praticamente alzato un muro impenetrabile intorno al suo territorio, imponendo sanguinose quarantene e divieti sempre più severi. Anche tutte le altre nazioni dell’area si sono regolate allo stesso modo. E non mi è restato altro che rimandare ogni programma di viaggio all’anno successivo, sperando in tempi più clementi.
Adesso questi tempi sono arrivati. Non perché la pandemia è sparita o perché i governi di tutto il mondo hanno allentato i divieti. Al contrario, il virus sembra non volerci abbandonare e circola ancora liberamente tra di noi. Ma adesso esiste un vaccino. Cioè l’unico mezzo scientificamente studiato e provato in grado di eliminare un virus in modo definitivo. Ma anche uno degli argomenti più controversi e dibattuti che esistano, tale infatti da costringere le persone a dividersi per sostenerne l’efficacia o – al contrario – la sua pericolosità.
Mi pare superfluo prendere una posizione qui. Il vaccino è una metodologia consolidata che ci ha salvato – e poi preservato – nel corso degli ultimi secoli da malattie che, normalmente, ci falcidiavano allegramente. Non sarebbe neppure il caso di parlarne: è la sua storia, le sue vittorie, la nostra salute odierna, ben più solida che nel passato, a testimoniarne la validità. Eppure c’è chi continua a temere che possa fare male, o che abbia effetti collaterali negativi o – più prosaicamente – che serva a qualche grande casa farmaceutica per fare soldi a palate.
Ripeto, non intendo spendere il mio tempo in una discussione che non ha ragione di esistere – almeno per me. Dirò soltando che noi viaggiatori, a prescindere da come la pensiamo, dovremo fare i conti con ciò che i governi – ovvero i proprietari legittimi e incontestabili delle frontiere – decideranno di fare. E mi pare che, a giudicare da come si stanno muovendo adesso, con milioni di lotti di vaccino prenotati, gli elementi a favore di chi preferirebbe non vaccinarsi siano ridotti al lumicino.
Il fatto è che l’obbligo di vaccino, da sempre, è un modo facile e sicuro per impedire agli estranei di diffondere un contagio in casa mia. E noi viaggiatori dovremmo saperlo bene, visto che ci sottoponiamo, quasi senza fiatare, alle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate imposte dai vari paesi. Pensiamo alla vaccinazione contro la febbre gialla, senza la quale non si entra in alcuni paesi dell’America latina o dell’Africa. Pensiamo anche alla profilassi malarica, quasi dappertutto semplicemente raccomandata, ma che nessuno si sognerebbe di trascurarla se dovesse affrontare un viaggio in una regione ad alto tasso malarico.
Il nuovo vaccino anti Coronavirus, insomma, entrerà a buon diritto a far parte della lista di vaccinazioni che saranno richieste per viaggiare. E probabilmente sarà una vaccinazione di tipo obbligatorio. Ufficialmente certificata su un libretto sanitario o perfino sul passaporto. Nessun paese, infatti, nel dubbio, ti lascerà la libertà di fare o non fare il vaccino. Se viene a casa mia devi rispettare le mie regole. Altrimenti resta a casa tua. Fine della discussione. Se poi il vaccino, con i suoi probabili richiami (come il tetano o l’epatite, d’altronde), risulterà davvero efficace, penso proprio che non ci sarà un solo buco nel mondo che non ti chiederà di mostrarlo alla propria dogana.
Quindi mettiamoci il cuore in pace. Se sei contrario alle vaccinazioni, per qualsiasi motivo, allora non potrai più viaggiare, almeno nei prossimi 5 anni almeno. Sarai nondimeno libero di inveire contro i complotti internazionali di Big Pharma, i guadagni più o meno illeciti delle multinazionali o le bugie dei governi… Avrai sempre la libertà di mettere in guardia contro i reali o presunti effetti collaterali dei vaccini: le infiammazioni cutanee, i giramenti di testa, le nausee, le febbri improvvise, tutti effetti che esistono davvero – e noi viaggiatori lo sappiamo bene – ma che non ti uccidono.
Ma non potrai viaggiare. Mettici una croce sopra.