Viaggiare in Thailandia questa estate? Mettiamoci una pietra sopra, che è meglio! A quanto pare bisognerà dimostrare di non essere portatori del virus Covid-19, e ciò significa, in pratica, aver effettuato il tampone. Che da noi, e in gran parte dei paesi, non è previsto per chi non mostra sintomi.
Per alcune settimane, dall’inizio della pandemia, le autorità thailandesi avevano optato per una linea morbida, quasi ottimista, riguardo alla possibilità di consertire l’ingresso nel loro paese. Il timore di importare il contagio era ampiamente controbilanciato dal terrore di mettere in crisi la fiorente industria turistica nazionale. Questo atteggiamento, che con il passare del tempo ha generato molta confusione sia tra i turisti che tra i locali, è stato brutalmente interrotto venerdì 3 aprile, quando l’autorità per il turismo thailadese ha ufficialmente dichiarato che occorre provare di essere sani, o quantomeno immuni al coronavirus. E solo il tampone può garantirlo.
Nel frattempo, una discrepanza nella traduzione dal thailandese all’inglese ha creato ancora più confusione. La versione thailandese dell’ordine CAAT affermava infatti che i passeggeri stranieri necessitavano di un certificato che attestava di aver effettuato “un test che conferma fi non avere il Covid-19”; la versione inglese invece restava più sul vago, accennando solo all’obbligo di dichiarare di “non correre il rischio di essere infettati”. Venerdì pomeriggio, sia l’autorità aeronautica che il ministero della salute hanno infine confermato che era necessario un test negativo per i viaggiatori stranieri.
Ma in che forma? Secondo il Ministero della salute pubblica thailandese, sarà richiesto “un certificato medico che deve includere gli esami di un test Covid-19 con risultati negativi. Il metodo di test varierà da paese a paese”. Il certificato sanitario in questione dovrà essere emesso non oltre le 72 ore dall’arrivo in Thailandia. Il che equivale a chiudere, di fatto, le frontiere agli stranieri. Perché nessuna persona sana può richiedere di sottoporsi a un test Covid-19 senza aver manifestato prima dei sintomi, a volte molto gravi.
E non è finita qui. Il certificato sanitario non basta. Per entrare in Thailandia, specie se provieni dall’Europa, Stati Uniti e un’altra decina di stati a rischio, devi dimostrare di avere stipulato una assicurazione sanitaria che copre le spese mediche per almeno 100.000$!
Tali misure non solo distruggeranno i sogni di vacanze di milioni di turisti ma avranno un impatto negativo sull’industria turistica thailandese, che contribuisce per circa il 12% al Pil nazionale, secondo i dati ufficiali. Già adesso alcuni dei luoghi più famosi del paese appaiono desolatamente deserti. Cosa succederà questa estate, quando il grosso del turismo si muove dall’Europa e dagli Stati Uniti per raggiungere le aree più gettonate del paese? Riusciranno le autorità thalandesi a tener duro su queste misure così drastiche? O piuttosto non preferiranno allentare il controllo, magari gradualmente, sperando in un miglioramento generale della situazione in tutto il mondo?