E alla fine doveva succedere. Con una fredda e impersonale comunicazione di servizio, Thai Airways mi comunica che il mio volo diretto per Bangkok del 15 agosto non esiste più. In sostituzione è possibile partire (e fare ritorno) da Fancoforte, Germania. Come se fosse la stessa cosa, dico io…
Quindi, in parole povere, Thai Airways sopprime il volo diretto da Roma! Roma Fiumicino non è più uno scalo per la compagnia thailandese. La ferale notizia mi è arrivata il 13 marzo scorso, in piena emergenza coronavirus. Mi aspettavo qualcosa del genere, ma pensavo sinceramente che i dirigenti Thai attendessero qualche settimana in più per modificare itinerari e scali. In fin dei conti, mancano ancora 4 mesi alla partenza. Invece ho dovuto realizzare che non c’è nulla da fare, da Roma non si parte più. E forse, tra qualche settimana, non si partirà neppure da Francoforte, se il condagio continuerà ad espandersi ai ritmi attuali…
Fra trasferimenti di scalo e diffusione della pandemia, le probabilità di partire ad agosto si riducono praticamente a zero. Non vedo infatti come si possa riattivare il ciclo del turismo in queste condizioni. Non resta altro che sperare, fino alla fine, che la situazione possa normalizzarsi in tempi ragionevoli. Faccio affidamento sopratutto alla vocazione turistica della Thailandia, che in questo momento, probabilmente, starà dannatamente soffrendo il drastico calo di visitatori. Un paese che ricava dal turismo una bella fetta del suo Pil nazionale è improbabile che mantenga posizioni intransigenti non appena si apre uno spiraglio.
Ed è su questo minuscolo spiraglio che io faccio affidamento. Pertanto, tenterò di mantenere viva la prenotazione fino all’ultimo. Ho scritto alla compagnia aerea chiedendo fino a quando posso resistere, contando almeno su un rimborso parziale dei biglietti. Non voglio assolutamente farmi prendere dall’isteria o dalla paura di perdere i soldi. E’ francamente l’ultima delle mie preoccupazioni. E questo conferma che il viaggio, in sé e per sé, vale molto di più del denaro che ci è voluto per acquistarlo.