Uno dei momenti più esaltanti del nostro soggiorno a Kuta Lombok è stato senz’altro quando abbiamo assistito ad una sfilata matrimoniale. Fin dal primo giorno, in realtà, ci eravamo resi conto che il periodo si prestava piuttosto bene ai matrimoni. Al nostro arrivo in città, infatti, eravamo stati bloccati da una lunga fila di persone che camminavano in mezzo alla strada. Non avevamo capito granchè, salvo poi superare una pittoresca banda di musicisti e qualche saltimbanco, ma ormai avevamo preso velocità e il resto della colonna era sparita in una nuvola di polvere. Il nostro driver, chiamato in causa per spiegare tale assembramento, non ci aveva degnato neppure di un ghigno come risposta.
Il secondo giorno, al villaggio Sasak, avevamo assistito al momento delle fotografie ufficiali di una coppia di sposi – così come racconto in questo articolo. In quel caso si trattava di un matrimonio all’occidentale, con tanto di abito bianco (scollatissimo) e damigelle d’onore (rigorosamente velate). Tutto ciò ci ha persuaso che agosto doveva essere un momento particolarmente propizio per maritarsi da quelle parti.
Ma è solo l’ultimo giorno di soggiorno a Kuta che abbiamo potuto presenziare, finalmente, e per intero, ad una sfilata in pompa magna per le vie della cittadina. Il momento socialmente più importante di tutta una vita, probabilmente. Un evento ad alto tasso di vanità svolto ad uso e consumo dei vicini, concittadini, amici e nemici, allo scopo di affermare e/o confermare il proprio status sociale.
Il matrimonio in questione aveva tutti i crismi di una cerimonia tra gente di alto rango. Il numero di partecipanti, infatti, era impressionante e procedeva su due lunghe, sinuose file parallele. Erano precedute da una banda alquanto fracassona, che apriva il passo e costringeva locali e turisti a mettersi da parte. Seguiva poi una lunga colonna di giovani donne, riccamente abbigliate, truccate magnificamente e tutte – dico tutte – senza velo. Ciò che mi ha colpito era lo sfoggio di vestiti e acconciature che, normalmente, era impossibile vedere in Indonesa – eccettuata Bali, forse. Formalmente, infatti, è l’Islam a Lombok la religione ufficiale.
Davanti a tutte queste donne camminava la probabile sposa, quella che nella foto di questo post appare agghindata con una magnifica corona di fiori in testa. In questo e in un altro scatto non appare molto contenta. Procedeva innanzi guardandosi attorno con trepidazione, quasi spaventata; le sue due accompagnatrici, una per fianco, non mostravano di divertirsi granchè per la situazione. Dai loro volti traspariva quasi sgomento, come se quella lussuosa sfilata le portasse al patibolo e non a un matrimonio… Una addirittura piangeva. Dietro questo terzetto, infine, un travestito reggeva un ombrello per riparare dal sole la sposa. Segnalo questo per ribadire, semmai ce ne fosse bisogno, come a Lombok l’Islam sia considerato in maniera più “laica” rispetto al resto del paese.
Subito dopo le due colonne di donne, ecco arrivare gli uomini. Abbigliati anch’essi secondo l’ultima moda (tradizionale) del posto. Giacca nera, batik e turbantino multicolore annodato sul davanti. Fra questi ho individuato quasi subito due individui che per fattezze, altezza e imbarazzo non sembravano proprio uguali agli altri. Erano infatti due ragazzi occidentali, rigorosamente anglosassoni, che stavano sfilando proprio a ridosso del gruppo che – presumibilmente – stava scortando il futuro marito. Subito ho iniziato a fare congetture, una più improbabile dell’altra. Erano amici dello sposo? O piuttosto si erano imbucati, magari pagando qualche rupia all’organizzazione?
L’idea che mi sono fatta, alla fine, è che fossero comunque persone da tempo ben accette dalla comunità locale. Dei villeggianti seriali, che venivano a Kuta ogni anno, magari dei surfisti australiani, innamorati del posto e delle sue tradizioni. Considerando il calore con cui gli abitanti di Lombok accolgono gli stranieri, era questa la probabile verità.
Infine, ecco arrivare la banda che chiudeva la processione. Un gruppo più numeroso di quello che la precedeva; al contrario di quelli – che strombazzavano fanfare e marcette banali – questi musicisti suonavano melodie tradizionali. Davanti a tutti, come si vede dal filmato, si agitava sinuosamente una giovane ballerina, le cui movenze erano di una eleganza, armoniosità e leggerezza da ipnotizzare. La sua performance non è durata quanto avrei voluto, purtroppo, ma spero che quanto immortalato con il mio cellulare possa dare l’idea dell’atmosfera di quel giorno di agosto del 2016.