Il modo più economico e rilassante di mangiare in Giappone è andare in un centro commerciale e scegliere tra la vasta offerta di ristoranti specializzati in una unica pietanza o in menu fissi.
Si tratta di una scelta facile, se si vuole, perché evita di confrontarsi con la miriade di locali e localini i cui menu sono spesso solo in giapponese, offrono piatti troppo particolari, o risultano troppo costosi. Forse è una fuga dalle difficoltà, dalle brutte sorprese, dai disagi derivanti dalla cattiva o nulla comprensione del giapponese… fatto sta che almeno la sera, dopo una giornata passata a interpretare segni, simboli, indicazioni in una lingua che francamente non aiuta, un momento di relax, almeno quando mangi, te lo meriti.
Quasi ogni centro commerciale, come è consueto in gran parte dell’Asia, ha uno o due piani destinati alla ristorazione. Si trova di tutto: i piccoli ristorantini dediti alla preparazione di una sola tipologia di cibo; i ristoranti appartenenti a catene di franchising, identici uno all’altro in qualsiasi città finanche nell’arredamento; i locali più ambiziosi, con belle vetrine e interni ricercati, che offrono specialità anche molto raffinate e costose. In parole povere, ce n’è per tutti i gusti e i portafogli.
Il minimo comune denominatore, ad ogni modo, è la presentazione dei piatti in vetrina. Mentre in altri paesi asiatici questa forma di promozione viene riservata alle fotografie, che tappezzano ogni spazio e promettono prelibatezze che a volte rimangono solo sulla carta, in Giappone si è scelto un modo più realistico per indurre la gente a scegliere. Ogni piatto, o combinazione di piatti (set menu), è di plastica. Come si vede in foto, viene presentato inclinato verso chi osserva, nella esatta combinazione di elementi che poi verrà servita al tavolo. La cosa più straordinaria è la fedele, minuziosa, direi spasmodica rappresentazione di ogni particolare: i vermicelli sembrano veri, così rilevati e distinti uno dall’altro; le zuppe mandano riflessi di brodo; i tocchi di carne appaiono appena cotti; la tempura sembra appena estratta dall’olio bollente… Sono uno spettacolo della vista e dell’immaginazione, così colorati, ricchi, succulenti, ti verrebbe la voglia di entrare di corsa e di ordinarne anche più di uno, tanto sono allettanti.
Un altro aspetto non trascurabile che fa protendere per la scelta del centro commerciale, è il fattore prezzi. Questi piatti, infatti, costano francamente poco. I set menu come quelli della foto, vanno da 750 a 1400 yen, a seconda degli ingredienti e del numero di portate. Si può mangiare quindi con meno di 5 euro.
I set menu più ricchi sono quelli con tempura di pesce, o quelli a base di carne bovina; quelli più economici sono i piatti unici a base di ramen. I prezzi variano, mediamente, a seconda del prestigio del centro commerciale ospitante: la catena Tagashimaya, per esempio, si distingue non solo per i reparti dedicati alle grandi firme e ai prodotti più cari in circolazione, ma anche per i ristoranti più raffinati.
Niente di drammatico, per carità, però bisogna fare attenzione, perché in due possono partire, senza accorgersene, anche 6000-8000 yen. La catena OiOi, invece, diffusa soprattutto vicino le stazioni ferroviarie, offre alternative più a buon mercato, e anche qualche ristorante etnico, thai e indonesiano, ma soprattutto vari ristoranti coreani. Uno di questi, di cui ovviamente non ricordo il nome, ma è sicuramente un franchising, è davvero molto gustoso e ricco di specialità che possono rompere la monotonia dei soliti ramen o dei soba, o del sushi, il tutto a meno di 10 euro a testa.
Mia moglie e io abbiamo scoperto quasi subito il vantaggio di cenare in tali luoghi di delizie. Vagabondare tra le vetrine, peraltro, era anche un modo per stuzzicare un appetito ancora sopito, a causa dell’orario. Passavamo da un ristorante all’altro guardando i piatti di plastica, valutando i prezzi, gettando qualche occhiata fugace all’interno dei locali per renderci conto di quanta gente ci fosse e se i piatti reali corrispondessero a quelli in esposizione. Quasi sempre abbiamo appurato che non c’erano esagerazioni: tutti i set menu che abbiamo preso erano più o meno delle stesse dimensioni e ricchezza di quelli della vetrina. La foto sotto è ciò che resta di un ottimo tempura menu, composto da pietanze di pesce e carne, più l’immancabile miso e spaghetti di riso. Il tutto a 9 euro. L’acqua, naturalmente, è gratis.
L’unico neo: i ristoranti dei centri commerciali chiudono presto. Sempre più tardi, però, della maggior parte dei locali tradizionali, alcuni dei quali, già alle 20:30, cominciano a non accettare più ordinazioni.