Il kopi luwak è una particolare varietà di caffè basata su una lavorazione, per così dire, insolita. Una specie appartenente alla famiglia dei Viverridi, lo zibetto, si nutre delle bacche di caffè ma non le digerisce completamente. In compenso, le espelle praticamente prive di mallo e buccia, in grumi compatti di semi ed escrementi che i contadini raccolgono e successivamente lavorano. Il risultato è un caffè che – a detta dei palati raffinati – non ha eguale al mondo.
Diciamo subito che dissento profondamente da questa ultima affermazione. Il caffè in esame è un prodotto piuttosto anonimo, poco profumato, appena bevibile. Ho avuto modo di assistere alla sceneggiata, preparata per i turisti, che ci hanno offerto in una azienda di Bali. Ci hanno accolti in un luogo all’apparenza magico, immerso nella foresta, con le piantagioni di caffè che spuntavano un po’ dappertutto intorno a noi. Ci hanno offerto di assaggiare le bacche rosse: sono eccezionalmente dolci, e dopo averle succhiate ben bene ti resta in bocca il famoso chicco, ancora verde e ricoperto di una patina vegetale piuttosto resistente.
Il tour continua con la visita alle varie fasi della lavorazione: il lavaggio dei grumi (che a prima vista fanno decisamente schifo); il loro trattamento chimico per eliminare qualsiasi residuo odoroso dell’escremento da cui provengono; la tostatura finale, anch’essa divisa in fasi a secondo della qualità scelta. Tutto questo per produrre un caffè che sul mercato vale almeno 700 euro al chilo!
L’azienda aveva delle gabbie con due esemplari di zibetto a cui era possibile scattare qualche foto. Ci hanno fatto decisamente pena. Il primo – come si vede nel breve filmato – sembrava davvero in preda a una crisi di nervi: continuava a girare in modo frenetico ed è stata un’impresa poterlo seguire con la videocamera. Il secondo, più tranquillo – e più in carne – si è mostrato un tantino più fotogenico. Il destino di questi poveri zibetti, tuttavia, è piuttosto infelice.
Gli zibetti vengono sfruttati intensivamente perché il loro intestino è in grado di eliminare quasi tutto ciò che avvolge il chicco di caffè rendendolo pronto per essere lavorato. A tale scopo vengono catturati fin da piccoli e costretti per almeno tre anni a mangiare sempre e comunque bacche di caffè. Una vera tortura, visto che questi viverridi – come le loro cugine manguste – sono onnivori, e magari preferirebbero gustare qualche uccellino o un serpentello piuttosto che ridursi a ingurgitare bacche rosse dalla mattina alla sera. Questa dieta forzata nuoce gravemente alla loro salute. Anche se rimessi in libertà, come prevede la legge, in pochi riescono a sopravvivere, dal momento che non hanno più le capacità di nutrirsi da soli.
Noi abbiamo bevuto il caffè e acquistato una confezione piccola di kopi luwak che ci è costata 30 euro. Ce ne siamo pentiti quasi subito. Il nostro acquisto, infatti, non ha fatto altro che incoraggiare questa pratica stupida e inumana. Il caffè è rimasto chiuso nella sua busta costosa per molto tempo. Poi lo abbiamo assaggiato per capire, a mente fredda e lontano da sollecitazioni ambientali, se questo caffè valesse davvero i 30 euro che ci era costato.
E non ne valeva la pena. Quindi non compratelo.