C’è un posto, in Vietnam, che è diventato negli ultimi anni una delle attrazioni più visitate del paese. A tal punto da superare, in certi casi, la ben più celebre baia di Ha Long. Si tratta delle Ba Na Hills, una estesa zona collinare posta quasi al centro del Vietnam che, da stazione di villeggiatura per coloni accaldati si è trasformata in pochi anni in uno dei parchi a tema più bizzarri e controversi che io abbia mai visitato.
Le Ba Na Hills sono situate a un’altitudine di oltre 1.400 metri sopra il livello del mare, e sono caratterizzate da temperature fresche tutto l’anno. Originariamente fondato dai coloni francesi nel 1919 come stazione climatica, oggi Ba Na Hills è un complesso moderno gestito dal gruppo Sun World. Questo brand di fama internazionale possiede alcune delle destinazioni turistiche più famose del Vietnam, ed è in grado di offrire un mix di parchi a tema, resort e attrazioni culturali collocati in varie zone strategiche del paese. Il tutto condito da quel pizzico di Disneyland che piace tanto ai turisti, soprattutto cinesi.
Le Ba Na Hills sono decisamente il pezzo forte di qualsiasi pacchetto turistico. Non c’è tour operator, albergo, agenzia di viaggio che non ti proponga almeno una mezza giornata a Sun World, da compiersi da soli o accompagnati da una guida. In pratica, il parco divertimenti ha decisamente soppiantato località ben più meritevoli di una visita come Huè o Hoi An. Ogni edicola, agenzia turistica, negozio, ristorante di Danang è tappezzato di immagini che reclamizzano Sun World quasi fosse la nona meraviglia del mondo. Ogni tassista della città prima o poi se ne esce con la proposta di condurti al parco ad un prezzo ragionevole. Per cui diventa difficile, per non dire impossibile, restare impassibile di fronte a questo continuo canto delle sirene; e alla fine si cede.
Ma perché le Ba Na Hills sono così famose? L’immagine di copertina di questo post fornisce un indizio illuminante. L’attrazione più fotografata del parco, infatti, è il Golden Bridge, un ponte pedonale lungo 150 metri sostenuto da due gigantesche mani di pietra che sembrano emergere dalla montagna. Inaugurato nel 2018, questo capolavoro architettonico è divenuto rapidamente il simbolo stesso del complesso. Oggi viene visitato e percorso avanti e indietro da migliaia di turisti, la maggior parte dei quali non esita a bivaccare delle ore nei posti più scenografici pur di scattare il selfie della vita, con le manone e la foresta pluviale sullo sfondo.
L’itinerario stesso per arrivare sul Golden Bridge è di per sé una avventura. I tassisti e i bus lasciano i visitatori presso un grande complesso, ai piedi delle colline, composto da vari edifici commerciali e circondato da giardini lussureggianti e corsi d’acqua artificiali. Qui si comprano i biglietti per il Sun World, ci si rifocilla un po’ in uno dei numerosi ristoranti che sorgono dapppertutto e ci si prepara alla lunga scarpinata che conduce alla stazione pedemontana della funivia. Sì, perché per raggiungere il parco, che sta notevolmente più sù, occorre prendere questo mezzo un tantino traballante.
La funivia di Ba Na Hills è una delle più spettacolari al mondo. Riconosciuta dal Guinness dei Primati, copre una distanza di oltre 5 chilometri e offre viste panoramiche incredibili sulle montagne, le foreste e le cascate sottostanti. Solo questo viaggio vale il prezzo del biglietto. Lo scenario naturale che ci circonda è a dir poco spettacolare, e migliora sempre di più man mano che si sale e l’orizzonte si estende all’infinito. Ad un certo punto si scorge anche il mare, e Danang sullo sfondo, mentre sotto di noi la foresta pluviale appare sempre più fitta e impenetrabile. Come tutte le funivie, occore fare attenzione quando si sale e si scende da esse, perché l’operazione avviene con le cabine in movimento, anche se notevolmente rallentate.
Pur essendoci la possibilità di prendere subito una altra tratta della funivia per raggiungere la cima della collina, io consiglio prima di farsi un giro nei pressi del Golden Bridge, per abituarsi alle stranezze a cui saremo sottoposti più oltre. In questa zona intermedia, infatti, sorgono alcuni ben curati giardini dalle cui propaggini è possibile ammirare il panorama circostante. Il “Giardino dei Fiori” è in effetti diviso in più settori, ciascuno dedicato ad una zona geografica del mondo, tra cui spicca un’area terrazzata coltivata a lavanda, come nella migliore tradizione francese. E non manca neppure un mulino a vento!… E’ un primo indizio che non deve essere sottovalutato. Un secondo, ancora più inquietante, è un percorso che si insinua dentro delle finte cantine di vino custodite dentro delle caverne. C’è qualcosa di familiare, viene da pensare, e le indicazioni presenti sui pannelli informativi ci confermano che ci troviamo nelle famose cantine della Borgogna.
La tappa finale si trova ancora più in alto, sulla collina che domina le Ba Na Hills. E si raggiunge anch’essa in funivia, ovviamente. Ma è proprio qui che si prova nuovamente la sensazione che ci sia qualcosa fuori contesto. Basta dare un’occhiata ai nomi delle due stazioni di arrivo e partenza: la prima si chiama “Marseille Station”, la seconda “Bordeaux Station”. Due località francesi in pieno Vietnam? Il disorientamento lascia spazio all’aperto sconcerto una volta saliti a bordo delle cabine. Tra le nebbie dell’altura e le chiome degli alberi tropicali iniziano a scorgersi tetti in ardesia neri, a cono, di inconfondibile origine nord-europea, e severe costruzioni in mattoni grigi di fattura medievale. La stazione di approdo, in effetti, spazza via ogni residua incertezza, visto che si chiama “Louvre Station”: siamo in piena Francia!
Una volta scesi, ecco che ci troviamo in una piazza che potrebbe trovarsi benissimo a Tolone o a Lione. Gli edifici che ci circondano sono riproduzioni esatte – sia pure in scala leggermente ridotta – di costruzioni reali, storiche, della Francia. Da una parte il palazzo del Louvre, con i suoi torrioni a forma di cilindro, i merli e le feritoie; dall’altra parte della piazza perfino una specie di Moulin Rouge le cui pale, a differenza dell’originale, girano piuttosto velocemente. Di fronte, si erge una maestosa cattedrale che per certi versi ricorda Notre Dame e per altri la basilica di Saint Denis (di cui prende peraltro il nome). E l’interno non è un ristorante o un bar, come il resto degli edifici, ma è stato arredato proprio come una chiesa gotica del Quindicesimo secolo!
Insomma, Ba Na Hills non è altro che un enorme, improbabile, imbarazzante e soprattutto ingiustificato omaggio alla cultura francese. Tanto più assurdo se si pensa ai decenni di colonizzazione francese e alla lunga lotta per l’indipendenza che ha martoriato il Vietnam negli anni Cinquanta. Tutto mi aspettavo di trovare, salvo questo tardivo (e forse un po’ nostalgico?) ossequio ad una nazione che non si è certo distinta per moderazione e tolleranza, quando governava le sue colonie. Eppure è tutto lì, sotto gli occhi di tutti, divenuto un parco di divertimenti in cui anche i busti dei grandi di Francia vengono utilizzati per spronare i visitatori a spendere più denaro possibile presso i numerosissimi souvenir shop, ristoranti, birrerie, gelaterie che sorgono dovunque.
Certo, l’obiezione più ovvia è questa: per qualcuno Sun World rappresenta l’unico modo per poter visitare un paese europeo. Per ammirare, sia pure in forma surrogata, le meraviglie dell’architettura europea e ripercorrerne, in qualche modo, la storia e i miti. Ma allora mi chiedo: perché non dedicare aree del parco ad altre città e culture europee? Creare per esempio un’area Londra o una Roma o Berlino?