Come raggiungere Railay, il gioiello della Thailandia tropicale

La penisola di Railay è uno dei luoghi più suggestivi e spettacolari della Thailandia. Non sorprende dunque che sia la destinazione principale di un soggiorno a Krabi. Si trova poco più a sud della località di Ao Nang, ma a dispetto di quanto sembri vicina, non c’è modo di arrivarci via terra. Essendo isolata da imponenti montagne calcaree, Railay può essere raggiunta solo via mare, in barca, acquistando un passaggio di andata e ritorno a bordo di una tipica lancia a motore thailandese (longtail boat).

I principali punti di partenza sono Ao Nang, Krabi Town e Phuket, con corse regolari di taxi-boat che trasportano i visitatori a ciclo continuo verso i principali attracchi della penisola: Railay West e Railay East. Per chi arriva ad Ao Nang, occorre seguire una semplice ma rigorosa procedura. I biglietti per le longtail boat (comprensivi di una piccola tassa di soggiorno), sono venduti da un unico gestore, collocato in un anonimo quanto affollatissimo botteghino di fronte alla spiaggia. Qui è possibile acquistare il biglietto di andata e ritorno in giornata o solo per una corsa. Una volta acquistato il biglietto bisogna armarsi di pazienza e aspettare il mezzo che ci condurrà al molo di imbarco. Sui manifesti appare l’immagine di un bus turistico: in effetti si tratta di un pickup con dei sedili di legno e una tettoia sgangherata.

Dopo una decina di minuti di scossoni e sballottamenti vari, si arriva finalmente al punto di imbarco. Che non è un molo ma una semplice quanto pericolosa discesa a mare effettuata in precario equilibrio e con il rischio di cadere in acqua da un momento all’altro. Pertanto suggerisco di viaggiare con dei sandali impermeabili, ben fissati ai piedi, ed evitare le infradito, che potrebbero procurare scivoloni inopportuni. Le longtail boat ci aspettano lì: si avvicinano a turno alla banchina il tempo necessario di caricare i turisti e poi filano via a tutta velocità verso il mare aperto.

Il tragitto dura tra i 20 e i 30 minuti. Una traversata tutto sommato piacevole se non fosse per il rumore assordante prodotto dai vecchi motori diesel delle longtail boat. Per non parlare della puzza, che a seconda di come gira il vento, può rivelarsi davvero insopportabile. Ma a bilanciare le emozioni ci pensa il panorama che si apre davanti ai nostri occhi man mano che ci avviciniamo alla meta. Le falesie boscose emergono come giganti sulle foreste sottostanti; le spiagge sembrano delicati spicchi dorati tra il verde cupo della giungla e l’azzurro piombo del mare; in lontananza appare l’approdo, ovvero Railay West, una mezzaluna di sabbia che sembra essere la porta d’ingresso del paradiso.

Giunti a destinazione, occorre affrontare l’ultimo inconveniente: si scende lontani dalla battigia, quindi bisogna togliersi le scarpe e percorrere gli ultimi metri in acqua, che, a seconda della marea, potrebbe arrivare anche al ginocchio. Trascurabile inconveniente, senza dubbio, ma è sempre meglio affrontarlo preparati: quindi niente pantaloni lunghi e niente calze.

Per quanto riguarda il ritorno, non occorre salire sulla stessa barca dell’andata (sono tutte numerate). Basta conservare il biglietto, che dà diritto ad un passaggio in qualsiasi ora della giornata e a bordo di qualsiasi longtail boat. Piuttosto, inviterei a gestire bene i tempi per il ritorno alla base, dato che ai tropici il sole tramonta velocemente, e ciò che sembra adesso ben illuminato, mezzora dopo è quasi completamente al buio. Inoltre, verso le 17:30-18:30 la maggior parte dei turisti si ammassa sulla riva di Railay West allo scopo di trovare una barca libera: possono formarsi anche code piuttosto lunghe, con tempi di attesa dilatati. Il mio consiglio è di iniziare a cercare un passaggio di ritorno non più tardi delle 17:00. E se rimane il rimpianto di non aver visto o fatto qualcosa all’interno della penisola… ebbene, si può tornare benissimo il giorno dopo.

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