A circa 15 minuti di strada da Wadi Musa (la cittadina che comunemente chiamiamo Petra), sorge un sito archeologico che viene colpevolmente trascurato dalle agenzie di viaggio. Si tratta di Piccola Petra, o per dirla come i locali, Siq al-Barid, che significa “il canyon freddo”. E mai nome fu più appropriato. Questo luogo, meno famoso della vicina Petra, offre ai visitatori una visione autentica e tranquilla del glorioso passato dei Nabatei, senza le grandi folle che affollano la città principale.
Piccola Petra fu probabilmente costruita nello stesso periodo di Petra, intorno al I secolo a.C., e come la sua “sorella maggiore”, serviva ai Nabatei come centro di passaggio per le carovane. La posizione strategica di Piccola Petra la rendeva un’importante tappa lungo la rotta commerciale che attraversava la regione, collegando l’Arabia, il Mediterraneo e il resto dell’Oriente. Tuttavia, a differenza di Petra, che era un fiorente centro politico e religioso, si ritiene che Piccola Petra fosse utilizzata principalmente come luogo di sosta per i mercanti, dove le carovane potevano riposare, commerciare beni e prepararsi prima di raggiungere la capitale vera e propria.
Dicevo che Piccola Petra viene bellamente ignorata dalla maggior parte dei turisti perché ritenuta una fotocopia, in piccolo, del sito maggiore. Perché darsi la pena di visitare un posto che presenta, nella migliore delle ipotesi, le stesse attrattive, ma in formato infinitamente più ridotto, che si trovano a Petra? Inoltre, con i tempi stretti con i quali vengono gestite le visite in Giordania, perché perdere una buona mezza giornata del prezioso tempo a disposizione per andare a vedere qualcosa che si è già visto, e in abbondanza, nel sito principale?
Sono tutte affermazioni che hanno senso, lo ammetto, però io affronterei la questione in modo differente. Secondo me, visitare Piccola Petra prima di Petra è una buona idea per tre ordini di ragioni. Che vado subito a elencare.
1. Allenarsi in vista di Petra
In primo luogo, Piccola Petra può essere considerata una forma di allenamento in vista delle fatiche ben maggiori che ci toccheranno nel sito più celebre. Il canyon dentro cui si sviluppa il sito è piccolo e facilmente percorribile a piedi. A parte qualche tratto sabbioso, che rende difficoltoso camminare, il tragitto turistico è lineare, praticamente tutto in piano, e non presenta asperità di alcun genere, perlomeno nella prima parte. Si tratta in sostanza di una passeggiata che non richiede chissà quale preparazione fisica. Certo, il sole a picco e il caldo sono i fattori a cui fare attenzione, ma non mancano i luoghi in cui ci si può riposare all’ombra.
La seconda parte dell’itinerario, invece, presenta qualche difficoltà. Ed è qui che i più temerari avranno l’opportunità di testare la propria tenuta fisica, in vista delle spaventose salite di Petra. Alla fine del canalone, infatti, il canyon si stringe a imbuto intorno a un’erta e smussata scalinata che si perde tra due pareti di roccia quasi verticali. Gran parte dei visitatori, a questo punto, si ferma, ritiene di averne abbastanza e dedica la propria attenzione alla miriade di bancarelle che sorgono un po’ dappertutto. Io naturalmente sono andato avanti. La scalinata di per sé non è molto difficile, tuttavia mostra vaste aree in condizioni precarie e bisogna fare attenzione a dove mettere i piedi. Sono poche centinaia di metri, non di più, ma a un certo punto posso assicurare che quegli scalini iniziano a pesare, e non poco.
Alla fine si sfocia in un altro ambiente, più aperto e infinitamente più selvaggio, che regala qualche panorama degno di essere immortalato con un paio di scatti. Una specie di balcone naturale, proteso sullo scenario che ci circonda, rende magico il momento; contribuisce alla sensazione di soddisfazione e benessere la presenza di un baretto, più che opportuno in quel luogo isolato e assolato, che vende a caro prezzo bevande ghiacciate e patatine fritte. Il ritorno indietro non è meno difficoltoso dell’andata: questa volta occorre calibrare bene le forze rimaste, perché la scalinata, in discesa, risulta quasi più ardua che in salita!
In conclusione, un piccolo trekking come quello appena descritto può risultare perfino salutare in vista delle fatiche che ci aspettano a Petra. Servirà comunque a testare la nostra resistenza al caldo, al sole a picco, alle salite, alle discese, ai terreni impervi, ecc., e quindi darci un’idea di come comportarci nei giorni seguenti.
2. Piccola Petra è meno affollata di Petra
A differenza della “sorella maggiore”, Piccola Petra è infinitamente meno affollata. I turisti, quando va bene, si contano in poche decine, sono sufficientemente dispersi da non provocare assembramenti di fronte ai monumenti o file presso i passaggi più stretti. Ne consegue che, a Piccola Petra, quasi tutte le fotografie sono pulite, sgombre dalla presenza di persone che ci passano davanti o si piazzano nei posti meno opportuni per scattare un selfie.
In questo sito, in effetti, anche a causa delle poco più che blande misure di sicurezza, è possibile arrampicarsi sui monumenti ed esplorarne gli anfratti a proprio piacimento. Difficilmente ci troveremo di fronte un gruppo di persone che ostruiscono il passaggio, oppure dovremo aspettare il nostro turno per fare la foto da un punto particolarmente suggestivo del sito. A Piccola Petra tutto questo praticamente non esiste. Ed è possibile quindi scattare una foto come quella sopra.
Inoltre, a Piccola Petra non esiste neppure il problema del parcheggio. L’area predisposta, infatti, è in pratica un enorme spiazzo in cui le auto vengono posteggiate un po’ come capita, senza uno schema preciso, rispettando l’unica regola di non invadere la zona riservata ai bus, guarda caso la migliore. Il resto della spianata è in gran parte sabbioso, quindi occorre fare attenzione a scegliere un luogo meno instabile di altri, pena l’impossibilità di rimettere in moto la macchina. Ma è un problema che i ragazzini locali ti aiutano a risolvere facilmente, dietro il pagamento di una piccola mancia, indirizzandoti verso i luoghi più sicuri.
3. Piccola Petra è un sito che vale la pena visitare
La terza e ultima motivazione è forse la più scontata: Piccola Petra è un luogo fantastico, affascinante, ricco di bellezze naturali e di maestose realizzazioni umane. Con i suoi canyon scolpiti, i suoi edifici affascinanti e il suo ruolo storico come punto di passaggio commerciale, è un vero e proprio gioiello nascosto nel cuore della Giordania. In parole povere, da vedere assolutamente, e pazienza se poi alcuni luoghi sono simili a quelli che poi ammireremo a Petra.
Picccola Petra inoltre riserva alcuni elementi assolutamente originali, di grande interesse storico e archeologico, non presenti nel sito maggiore. Come per esempio il cosiddetto Triclinium, una sala da pranzo in cui i Nabatei organizzavano banchetti e celebrazioni. O come il “Soffitto dipinto“, un edificio con un soffitto affrescato. I dipinti, che raffigurano piante, fiori e motivi geometrici sono gli unici esempi di pittura nabatea ancora esistenti.
Infine, cosa non meno importante, l’ingresso a Piccola Petra è gratuito, e il sito può essere visitato in una o due ore, a seconda del tempo che si vuole dedicare all’esplorazione.